L’Accordo di Programma “San Giovannello”, quello che prevede la realizzazione di oltre 100 appartamenti e alcuni locali commerciali per circa 40 mila metri cubi in zona via Altobello, subisce un clamoroso arresto per problemi tecnici. La proposta di delibera di Consiglio Comunale che, per norma, sarebbe dovuta arrivare in aula entro 30 giorni per la ratifica dell’adesione del sindaco è giunta in ritardo di oltre due mesi. I dirigenti del Comune di Campobasso, tra cui anche il dott. Iacobucci, hanno tentato di giustificare l’accaduto con una nota dell’ultima ora ma evidentemente lo scritto non deve aver convinto il sindaco che ha, giustamente, preferito ritirare l’atto. Dalle dichiarazioni del primo cittadino è parso di capire che si
vorrà trovare il modo di sanare la procedura affinché in breve tempo si possa discutere l’argomento in Consiglio comunale e siglare l’accordo. Tuttavia, manifestiamo perplessità a riguardo, perché l’art. 34 comma 5 del TUEL, quello violato, sancisce che l’inosservanza del dettame normativo comporta la decadenza. Non significa, forse, che anche gli atti propedeutici non sono più validi? Non significa, per questo, che si debba ricominciare tutto daccapo?
Possiamo o no parlare di errori gravissimi da parte del dirigente dell’area Urbanistica e del dott. Iacobucci che ha il compito di revisionare gli atti prima che approdino in Consiglio comunale? Per non parlare dell’assessore Chierchia, apparsa nell’occasione a dir poco confusa e impreparata.
Sia chiaro, pretendiamo il rispetto delle regole e seguiremo gli sviluppi della vicenda ma, in ogni caso, il MoVimento 5 Stelle è contrario all’intervento edilizio per molte ragioni espresse in tutte le sedi in cui si è parlato di questo Accordo di Programma. Riteniamo, infatti, un errore consentire ulteriore cementificazione per costruire ancora abitazioni e aree commerciali invece di puntare tutto sulla riqualificazione urbana, l’efficientamento energetico e il recupero dell’esistente. Il consumo di suolo, tema a chiacchiere molto sentito dal centrosinistra, in questo caso non è stato nemmeno preso in considerazione. Inoltre, abbiamo sentito già il sindaco giustificarsi dicendo che in questo modo riusciremo a costruire una nuova scuola e una palestra, spesse volte dimenticando di specificare che la scuola verrebbe realizzata con denaro pubblico, i 4.250.000 euro degli oramai famosi fondi CIPE di cui si parla da anni senza vedere un soldo. Non si abbocchi, poi, alla favola che tanto è zona in cui si può costruire e che il costruttore potrebbe comunque realizzare gli edifici, perché l’area interessata ha indici di edificabilità bassi e le regole per l’edilizia sono davvero stringenti. Insomma, c’è più di qualche dubbio che altrimenti si concretizzi una convenienza economica.
E se proprio ci si volesse dimenticare di essere un’amministrazione che in campagna elettorale predicava “cemento zero”, resta incomprensibile la scelta di non abbattere i due edifici scolastici dismessi di via De Gasperi, come invece era previsto in origine nell’accordo avviato da Di Bartolomeo.
Non sappiamo come andrà a finire questa storia, infatti ci è sembrato che la maggioranza non sia per niente compatta su questo argomento. Il fatto è che non abbiamo ancora capito se le eventuali reticenze siano da ricondurre agli errori procedurali, agli aspetti politici da noi esposti o semplicemente perché l’edificazione di nuovi edifici residenziali non sarebbe gradito a chi ha ancora diverse case invendute in città.