di Massimo Dalla Torre
Consentiteci ancora una volta di dire la nostra su quanto sta accadendo nei palazzi della politica. Palazzi che, scossi da un movimento tellurico, che giunge dal contrasto tra partiti ondeggiano nonostante gli “ingegneri” e non me ne voglia la categoria, assicurano che sono scosse di lieve entità che non lasciano il segno. Dicevamo movimento tellurico che, se non dovesse placarsi, ci auguriamo di si per il bene del Paese e degli Italiani, causerebbe ancora più disorientamento e sconcerto.
Assistere a “baruffe chiozzotte” simili come le definirebbe Carlo Goldoni, pone una serie di domande, cui si devono, ripetiamo si devono dare risposte certe, che indichino una volta per tutte la strada da seguire se si vuole salvare quel poco che ancora è in piedi. Risposte che urgono, perché al punto in cui siamo, le chiacchiere fin qui esternate tra le varie anime parlamentari sono a zero non servono più.
Abbiamo voluto scrivere queste cose, perché da quando è scoppiato, il caso incarico a Draghi, perché di un vero e proprio caso si tratta da più parti riecheggia il fil-rouge che caratterizza i “canti Carnascialeschi” del Magnifico“.del diman non c’è certezza”. Cosa assolutamente non accettabile. Ecco il perché del titolo. Un titolo mutuato dal vernacolo, saggezza dei popoli, da non giudicare né offensivo né lesivo all’immagine di chi costituisce la malandata ossatura di chi bivacca immeritatamente, come Renzi e Co. nei palazzi della politica, perché persone incapaci di compenetrarsi nelle esigenze degli Italiani. Un titolo che, allegoricamente evidenzia come si sono persi gli obiettivi da perseguire. I quali, si spera possano portare il tanto atteso cambiamento.
Un cambiamento che mandi definitivamente in pensione l’obsoleto modo di fare politica. La quale, deve mirare al massimo per ottenere un risultato che dia l’ossigeno necessario al rilancio del Paese. Un rilancio in cui i personalismi, interessi a favore dei centri di potere, sotterfugi, accordi collaterali, sgambetti, cambi di casacca e la creazione di nuove formazioni politiche siano banditi.
Un rilancio che soprattutto non avvalori la frase, detta dallo scomparso senatore Andreotti “Il potere logora chi non lo ha” e da noi molti vorrebbero avere più potere di quello che ha specialmente quelli che sono contraddistinti dal 2% che in questi giorni hanno creato scompiglio nei confronti di chi governa.