di Pasquale Di Lena
A volte fanno pensare che non sanno cos’è il Molise, visto che per non farlo riconoscere sprecano un sacco di soldi per un logo che nega la storia, la cultura, le tradizioni, i caratteri propri della Regione più giovane d’Italia. Una farfalla trasformata in una serie di segni che – ammesso abbiano un significato – diventano comunque difficili da interpretare e, ancor di più, da raccontare. Tutto l’incontrario di quello che deve servire un logo.
Un logo deve, appunto, avere la forza e la bellezza del racconto, e, il racconto di una farfalla , qual è il Molise, è il più bello che si possa desiderare.
Di grande attualità per il suo forte e immediato richiamo all’ambiente; ai colori dell’arcobaleno, che sono i colori del paesaggio; al piacere di uno sguardo, un saluto, una stretta di mano che fa dire “Piacere Molise”. E’ ciò che abbiamo pensato quando il grande disegnatore, Ro Marcenaro, amico del Molise, ha disegnato la farfalla di “Piacere Molise”.
Eppure quel logo, “Piacere Molise”, anche se bello e chiaro nel suo modo di raccontare la terra dell’ospitalità e della buona creanza, per noi non era, e non è, sufficiente a invitare ed accogliere visitatori in mancanza di una programmazione dello sviluppo complessivo del Molise e del Turismo in particolare e, ancor più, senza accorte strategie di promozione e valorizzazione del territorio molisano, le sue risorse e i suoi valori.
Senza una cabina di regia capace di diffondere il messaggio che il logo esprime e i racconti che è in grado di fare, quando in dialetto o in italiano e quando nelle lingue dei visitatori/ospiti del Molise.
Non fare questo, cioè non dotarsi di una struttura, come pure non attrezzarsi di strumenti (infrastrutture, segnalazioni, pubblicazioni, accessibilità) e di guide preparate, vuol dire lasciare tutto alla spontaneità, cioè perdere tempo, denaro, opportunità per i particolari turismi che il Molise può animare e vivere per un nuovo domani.
Ancora una volta, da sempre, si passa alla costruzione della casa partendo dal tetto!