Di Massimo Dalla Torre
Basterebbe il titolo, per chiudere l’articolo invece, consentiteci di dire la nostra su quanto accade in queste ore attorno alla vexata quaestio punto nascita e Termoli, anzi chiusura punto nascita. Questione che vede in contrapposizione forze politiche nazionali, regionali e comunali. Un qualcosa di assolutamente inaccettabile perché non siamo avvezzi a comparire sulle cronache per questioni sanitarie; ecco perché appoggiamo appieno le esternazioni del Presidente Toma che ha tuonato contro gli esponenti di Governo e i Commissari longa manus di un sistema che a quanto pare del Molise non importa nulla. Il quale invece, è spettatore di diatribe tra partiti, politici, organizzazioni di categoria, forze oscure e quant’altro gira attorno al sistema sanitario che perennemente offendono con il proprio volere il Molise ma soprattutto i Molisani. I quali, pongono sul piatto della bilancia da un lato la propria identità, fin troppo calpestata, dall’altro chi non esita a usare leggi, codicilli, sentenze e numeri pur di cancellare la possibilità di poter fruire delle strutture sanitarie che sono sul territorio. Per questo, ora più che mai, vogliamo puntare il dito accusatorio contro chi non vuole che il Molise cammini con le proprie gambe, tant’è che lo scontro che leggiamo sulle testate giornalistiche, si fa sempre più duro. Da molisani con la M maiuscola respingiamo le “pensate” di chi è stato imposto e che, partecipa a questa gara di annientamento il cui connotato principe è l’assurdità. Lo facciamo a gran voce perché troviamo assurdo che si debba “fare le pulci” a chi non è in linea con le “idee” di chi calca le scene di un carrozzone dove “l’improvvisazione dilettantistica” fa da protagonista. Non crediamo giusto che a beneficiare siano sempre i soliti amici, degli amici, degli amici, che spessissimo operano fuori regione, anche se ci sono le dovute eccezioni. Non crediamo giusto che ci si “taccia” di essere cittadini di serie D da tenere sotto controllo senza sapere che c’è chi non ha il “senso della misura. Vedete, quello che stiamo vivendo sulla nostra pelle è un momento tragico, drammatico che non ha nessun nesso logico. Un momento di scontro tra poteri che sono assolutamente estranei al nostro mondo. In questo modo si vogliono ignorare i dettami contenuti nelle leggi che sanciscono le competenze in materia sanitaria; evidentemente questo a chi vuole celebrare le esequie della sanità molisana poco interessa tanto da augurarsi che quest’ultima passi presto a miglior vita. Per questo signori, anche se signori nella fattispecie è una parola grossa, chiedete scusa e se proprio volete dare un segnale di coerenza dimettetevi immantinentemente come avete dichiarato, forse solo così guadagnerete dignità, ma soprattutto permettete al Molise di non vedere le culle vuote cosa che desertifica ancora di più la ventesima regione dello stivale.