di Massimo Dalla Torre
Scorrendo gli argomenti trattati in questi giorni sulla stampa locale torniamo a scrivere di un argomento che ha nuovamente attratto la nostra attenzione: quello riguardante la situazione occupazionale degli ex lavoratori della gam di Bojano, un tempo fiore all’occhiello della branca agroalimentare molisana. Una realtà, purtroppo non più produttiva con tanto di disoccupazione, che, negli anni, ha cambiato proprietà e identità, fono all’arrivo nella cittadina ai piedi del Matese del gruppo del cesenate Amadori, conosciuto dal grande pubblico televisivo perché protagonista di uno spot in cui l’affabilità che lo contraddistingue e’ caratterizzata dalla frase… parola di Francesco Amadori tanto di far concorrenza al simpatico Giovanni Rana signore del “turtellen” come è appellato nella felsinea capitale del buon cibo oltre ad altri prodotti gastronomico/culinari. Fin qui nulla di strano se non per un particolare di non poca importanza la disattesa della parola data. Infatti, la notizia, almeno che non sia una fake news, e’ che la società avicola emiliano/romagnola ha intensione di recedere dagli impegni intrapresi scaricando letteralmente i lavoratori molisani che, giustamente hanno alzato la voce, soprattutto all’indirizzo dei palazzi della politica che, a quanto pare fa orecchio da mercante, per la poca considerazione in cui sono tenuti ma soprattutto di come la questione e’ trattata da chi potrebbe agire e non lo fa. Un qualcosa che la dice lunga di come il Molise è ancora una volta terra di conquista da parte di chi crede poter concludere gli affari cicero “pro domo sua con una manciata di spiccioli anzi di becchime. Una situazione assurda e insostenibile giacché prima di volgere lo sguardo fuori confine, i buontemponi hanno detto oltre la rete del pollaio con tanto di stie, necessita dare priorità a chi attende la ripresa della produzione avicola nello stabilimento bojanese che langue da molti anni. Un qualcosa che chiede attenzione e che fa tenere alta la guardia in merito al problema perché indica poca considerazione per il Molise che non e’ un semplice corridoio di passaggio per raggiungere altre realtà meno produttive della nostra. Realtà che, invece, di professionalità, laboriosità, capacità e competenza ne ha da vendere; ecco perché e’ il caso di mantenere la parola data dando un segnale positivo a chi attende certezze e non promesse che, però, visto le intenzioni siamo più che sicuri non saranno mantenute