di Massimo Dalla Torre
Manca poco meno di una settimana al verdetto delle urne che, premierà o boccerà chi si è proposto per reggere le sorti del comune capoluogo di regione nonché l’arengo di Strasburgo. Verdetti che, vedono un esercito di candidati scendere in piazza per convincere l’elettore, anche se questi è sempre meno interessato alle vicende politiche, a dare la preferenza apponendo la croce sul simbolo o il nome di chi dovrà rappresentare per i prossimi cinque anni la collettività. La quale, almeno da quello che capita di vedere, non è del tutto convinta, anzi è indecisa tant’è che aleggia minacciosamente ancora una volta lo spettro dell’astensionismo, signore incontrastato delle ultime tornate elettorali falsando i risultati come percentuali molto al di sotto delle aspettative dei candidati.
Astensionismo dovuto alla poca fiducia verso quello che viene definito il “chiacchierificio politico” dove spessissimo le tesi proposte sono utopiche, se non assurde; ecco perché la sfiducia è palese, nonostante le rassicurazioni proposte nel corso delle convention
caratterizzate dalla solita claque di aficionados chiamati a raccolta per fare numero e non per convenzione. Convention, che, in questa campagna elettorale sottilmente cattiva, hanno fatto sì che i big nazionali hanno spesso disertato, se non in casi rari, per non fare
brutta figura, agli inviti rivolti loro affinché l’elettore sia convinto a dare la sospirata fiducia.
La quale, non è scontata anzi è incerta, ma questo lo si vedrà ad urne aperte. Fiducia che un tempo era certa, anche perché il Molise per tantissimo tempo era, unitamente ad altre regioni definito il “piccolo vaticano” e un fortino di una certa parte politica, leggasi DC.
Fiducia che oggi è lontana, perché chi si reca alle urne sa bene che la maggior parte delle volte le promesse corrispondono a non certezza, parola quanto mai in auge specialmente perché regna una confusione tra i partiti che, la mattina litigano e la sera vanno a braccetto.
Situazione assurda e inaccettabile perché ora più che mai ci vogliono certezze e non fanfaluche come quelle che vengono proposte quotidianamente. Parole, parole, parole era il refrain di un motivo degli anni 70 che sono quanto mai attuali e che a breve speriamo di no ritornino a bomba a conferma che non siamo portate via dal vento, come recita un detto popolare. Speriamo bene…