L’intervento/Lo stato sono io…anche se il passo indietro del pretendente ha calmato le acque

di Massimo Dalla Torre
Per rendere meglio l’idea su quanto accade nelle file dei partiti della destra alle prese con
le composizioni delle liste elettorali per le prossime elezioni amministrative di giugno ci
piace ricordare l’affermazione “lo stato sono io”. Un’ affermazione che ci riporta indietro nei
secoli, e precisamente nella Francia di Luigi XIV, ossia il “Re sole” che proferì questa frase
affermando la supremazia della monarchia ossia di se stesso. Un personaggio che,
quando incappava in qualche “scivolone” sapeva riconquistare la scena, lasciando tutti
esterrefatti, ed è per questo che è passato alla storia come l’uomo che portò la Francia ai
massimi vertici nell’Europa del seicento. Anche se tutto questo non centra nulla con le
affermazioni dei grandi della storia perché la domanda è un’altra, cosa si cela sotto
quest’apertura di stampo storico-culturale? Nulla di farraginoso e di Machiavellico perché è
frutto di elucubrazioni di cui il coevo dei Medici era un gran maestro, visto che in queste
ore i palazzi della politica locale sono in fibrillazione, anche se, la notizia è arrivata, a dir la
verità la si aspettava, chi si era proposto quale candidato alla carica di primo cittadino ha
fatto un passo indietro. Notizia che, sicuramente mette a tacere i malumori che stavano
facendo vacillare l’intero apparato caratterizzato da numerosi “malesseri”, che sono
“scoppiati” nelle file della coalizione della destra in vista delle consultazioni elettorali
d’inizio estate. Malesseri, che mal celano una vera e propria “sindrome di decisionismo
unilaterale”. La quale, avrebbe potuto mandare letteralmente in pezzi i delicati equilibri
politici. Senza voler entrare nel merito delle “beghe” e delle “questioni”, anche se dovremo
farlo, perché siamo noi elettori a dare il mandato a chi dovrà rappresentarci, vorremo
capire il perché di questa bagarre che di fatto decolora politicamente il capoluogo di
regione. Bagarre paragonabile al gioco del domino, in cui le pedine a pois nere e bianche
affiancate le une alle altre una volta spinte creano una cascata realizzando disegni
fantastici ed allegorici che, in questa fattispecie sono difficili da capire. Per tornare al filo
conduttore abbiamo preso in prestito l’affermazione del re sole “lo stato sono io” perché
quello che è accaduto ha assunto i connotati di un qualcosa di negativo che fa ignorare
quelli che sono gli obiettivi da raggiungere altrimenti si rischia di fare il cosiddetto buco
nell’acqua; ecco perché ci piace far ricorso ad un detto locale che traduciamo dal
vernacolo “…se non si fosse ritirato dalla competizione sarebbe rimasto come don Paulino
con una mano davanti e uno dietro…” Cosa che ci auguravamo non accadesse altrimenti
avrebbe causato cadute rovinose di cui la città e i Campobassani in questo particolare
momento non hanno assolutamente bisogno.

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