di Massimo Dalla Torre
«Qualunque impressione faccia su di noi, egli è un servo, quindi sfugge al giudizio umano»… Questa, è la citazione che abbiamo stravolto per l’abbisogna, ce ne scusiamo con l’autore, che appare nella parte conclusiva del film di Elio Petri “indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” magistralmente interpretato dall’indimenticato Gian Maria Volontè e da Florinda Bolkan. Pellicola vincitrice del Grand Prix Speciale della Giuria al 23º Festival di Cannes e del Premio Oscar al miglior film straniero 1971 , nonché una nomination per la migliore sceneggiatura originale agli oscar del 1972.
Citazione che da il pretesto per fare qualche riflessione sui vari articoli che in questi giorni sono riportati sulle prime pagine dei giornali locali e nazionali che danno risalto a “Politica e poteri oscuri quando e perché si uniscono”, per dirla in vernacolo “fanno comunella” .
Sulle critiche e sui legami che riguardano questi poteri, se ne parla costantemente, tanto da innescare critiche che fanno si che in Italia i cosiddetti “intoccabili” tanto per parafrasare il film del maestro De Palma si sentono al sicuro.
Una sicurezza dettata da legami inscindibili dove uno ha bisogno dell’altro. Lungi da noi dover attaccare le categorie citate, anche perché da semplici cronisti di provincia, anzi da artigiani dell’informazione non siamo all’altezza di poter giudicare e tanto meno di entrare in merito alla questione.
Eppure, quello che accade lascia attoniti, sconcertati, disorientati perché se le cose stanno così, e non crediamo assolutamente che non lo siano, dobbiamo constatare ancora una volta che i privilegi non sono affatto seppelliti, anzi sono vivi più che mai. Una condizione che mette in risalto come le distonie del sistema non potranno mai essere corrette perché i poteri, nonostante le bordate continue, sono a stretto contatto tra loro e di conseguenza difficilmente cozzano.
Una condizione che a questo punto pone alcune domande cui però difficilmente l’uomo della strada avrà risposte se non una…io sono io mentre voi non siete nulla…anche se il finale è diverso come ebbe a dire il Marchese del Grillo all’atto in cui gli veniva riconosciuta “la nobiltà” e di conseguenza non fu arrestato per gioco d’azzardo.
Citazione che, sempre nel rispetto che si deve ai dettami del civismo, è alquanto calzante. Citazione che mette in risalto, qualora non ce ne fossimo accorti, l’esistenza delle “affinità elettive” tra poteri per cui non rimane altro che abbassare la testa, anche se si dissente e dichiararsi impotenti ma soprattutto accettare “l’inciucio”. Un’impotenza dettata proprio dalle attribuzioni delle “caste” che, nell’Italia del terzo millennio si avvale, nonostante più volte si è chiesto di stravolgere le regole e i privilegi, dell’IMMUNITA’ che, secondo la grammatica italiana, è una parola composta di origine latina , la cui etimologia, immunitas, inmunitas deriva dall’arcaico munus .