di Massimo Dalla Torre
Quest’oggi vorremo tornare a ragionare su come l’attuale scenario politico assomiglia al set di una “soap-opera”, specialmente in vista dei prossimi appuntamenti elettorali di maggio, dove ancora non è chiara la griglia di partenza dei candidati, sia di destra, sia di sinistra che di centro, senza contrare gli indipendenti che aumentano ogni giorno di più.
Uno “sceneggiato”, tra l’altro noiosissimo, cui nostro malgrado siamo costretti ad assistere, grazie al continuo bombardamento propinatoci dagli “araldi”, e ve ne sono molti, dei potenti, si fa per dire potenti, di turno. Una “tragicommedia” la cui partitura scritta a più mani è male interpretata da attori che recitano in maniera approssimativa, senza né nesso, nè filo logico. Una soap-opera in cui molti sono i dilettanti allo sbaraglio come li avrebbe definiti il compianto Corrado Mantoni mattatore di tante trasmissioni televisive.
Dilettanti che si esibiscono su di un palcoscenico spoglio, privo di quinte e di luci, perché se ci fosse la luce, metterebbe in mostra la inconsistenza della trama. Dilettanti che, non potendo approdare “nei teatri” seri, si fanno spalleggiare da impresari pronti a tutto pur di trarre vantaggi nei tour di second’ordine. Dilettanti che, nonostante da tempo sono giunti alla “stagion dei fichi”, tanto per usare un detto toscano, continuano imperterriti a dare voce ad una recitazione stonata. La quale, allo stato in cui siamo, ci fa rimpiangere il vecchio confronto politico.
Un confronto, in cui la politica, quella con la “P” maiuscola, dava lezioni, anche se i contenuti apparivano aspri. Un dibattito che molti rimpiangono perché permetteva di sviscerare i problemi, non quelli che ci sono “propinati” ora, che mal celano le incongruenze di chi li propina. Problemi che, più delle volte, accendevano vere e proprie dispute, anche fisiche, chi non ricorda i match ingaggiati dall’on. Giancarlo Pajetta leader storico del PC con molti rappresentati dell’opposizione. Problemi che, nonostante si rimanesse ognuno sulle proprie posizioni, alla fine vedevano una soluzione. Ecco il perché di questo nostro intervento.
Un intervento per cercare di stimolare lo spirito combattivo che alberga in chi crede nel rilancio del Molise. Uno spirito, di questo siamo più che sicuri, che non può più soggiacere a lungo alle “azioni, anzi non, azioni, non ci stancheremo mai di scriverlo, che si mettono in atto quotidianamente. Uno spirito che, se sollecitato nel modo giusto, possa nuovamente far sentire il proprio peso tenendo bene a mente che guardare al passato permette di crescere nel futuro; ecco il perché del titolo.
Vedete, nella battaglia giornaliera, è molto difficile far capire a chi di politica non s’interessa, perché preso da altri problemi, che tutto quello che accade è dettato unicamente dalla voglia di rivalsa, ripicca, astio personale di chi si è arrogato il diritto di prendere le decisioni in vece nostra senza sapere, o forse lo sa; valli a capire, che aumenta i disagi alla collettività molisana. La quale, e questo ce lo auguriamo, alla fine presenterà il conto cui non si dovrà fare alcuna dilazione di pagamento. Un conto che faccia capire, una volta per tutte, che abbiamo una testa per pensare e non per ubbidire il che fa una bella differenza.