Riceviamo e pubblichiamo una Lettera al Direttore, inviataci da una nostra lettrice.
Caro direttore,
Vorrei spendere qualche parola sul manifesto di una forza di destra nei confronti dell’indagine in corso su affidi di bambini in zona Reggio Emilia. È superfluo sottolineare che l’immagine scelta, presa in prestito dai nostri amatissimi Misteri, è a dir poco infelice. Dopo averne discusso un po’ con parenti che si muovono in ambito legale, mi è stato spiegato che, se proprio ci dovesse essere battaglia, questa potrebbe vertere sul copyright dell’evento e sulla rovina d’immagine dello stesso attraverso l’assimilazione ad un fatto di cronaca che, se fosse vero, sarebbe abominevole. Non posso, tuttavia, non rimarcare quanto segue, poiché emerge in tutta la sua gravità: non ho sentito volare parole di approvazione per il fatto che qualcuno ha osato parlare di una vicenda dalle tinte molto fosche, ma solo strali per un uso improprio e non autorizzato di una sagra che è il simbolo di una città. Mi è capitato di ascoltare alcune intercettazioni che, dopo concessione degli organi preposti, sono state rese pubbliche nei vari telegiornali: bambini fatti scendere dalla macchina da una delle coppie lesbiche a cui erano stati dati in affido, psicoterapeuti che tentavano di estorcere confessioni a ragazzini su presunti abusi, rivelatisi infondati. Io mi indignerei su tutto questo e su quanto ancora gli organi inquirenti scopriranno, spenderei pubblicamente parole di condanna verso ciò che si sta profilando come una macchina organizzativa volta a creare degli infelici per rispondere ad un modernismo che si permette, senza alcun costrutto, di mettere in discussione la famiglia composta da maschio e femmina, da mamma e papà, e prova a sovvertire l’ordine naturale cercando di convincere il mondo che tale sovvertimento è buono e giusto. Ci sarebbe tanto da dire su questo spinoso argomento, e non secondo i movimenti peristaltici del proprio stomaco né secondo l’adesione del tutto personale a ideologie e forme alternative di costruzione della società, bensì secondo studi approfonditi (due su tutti, ma ce ne sarebbero molti di più: quelli di Joseph Nicolosi e di Maria José Vilaca) che dimostrino come la crescita sana e non malata dell’individuo avviene attraverso la sequela delle regole della natura, talmente perfette da destare il nostro stupore. Ma già, siamo nell’epoca in cui ci si è disabituati anche allo stupore…Mi aspetterei maggiore dissenso pubblico verso i fatti del reggiano e simili e meno ipocrisia, invece, pensando che il redde rationem non arriverà mai perché si è convinti di bastare a se stessi, continuiamo imperterriti ad indignarci per ciò che non ci scomoda dai nostri divani. Cerchiamo di non lasciarci sviare da menzogne di vario genere che si stanno mettendo in campo in Occidente nei confronti dell’essere umano e alziamo la voce quando queste vogliono diventare leggi e cambiare un ordine che sta reggendo egregiamente la società da millenni. “È sorprendente quante persone sono turbate dall’onesta’ e quante poche dell’inganno”, avrebbe detto il commediografo inglese Noel Coward: sono sicura che anche il grande maestro Paolo Saverio Di Zinno sarebbe stato d’accordo.
Maria Giulia Castaldi