Riceviamo e pubblichiamo
Una processione religiosa o una passerella di bellezza? Un rito secolare o un agone politico? Una parata di figuranti o un defilé di amenità?
Anomala e molto discutibile questa edizione invernale dei Misteri campobassani. Una prima osservazione, la più ovvia: l’anniversario della nascita di Saverio Di Zinno, l’ideatore delle “macchine” che sfilano per le vie di Campobasso, non si poteva celebrare regolarmente a giugno come avviene da sempre, senza bis dicembrini estranei alla tradizione?
Seconda osservazione: questo rito che da oltre due secoli e mezzo accompagna il Corpus Domini del capoluogo molisano rientra nel sacro folklore italiano o qualcuno intende trasformarlo in una sorta di tappa per Miss Italia con candidature e selezioni per aspiranti “dunzelle”?
In effetti, si sta discutendo, specie sui social, più della scelta della “dunzella” rispetto all’essenza più autentica dell’antica festa. Ciò non è casuale. Come mai, infatti, soltanto qualche mese fa un assessore regionale ha investito una bella ragazza italoegiziana, Sarah Khalaf, del ruolo di “dunzella”, con tanto di dichiarazioni della stessa riportate da molti giornali, ed ora un altro assessore annuncia un’altra bella “dunzella” romana e italianissima?
Non sarebbe forse più utile impegnare risorse e conferenze stampa per far conoscere gli straordinari Misteri su scala nazionale, anziché spendere energie per annunciare ai corregionali la miss (quasi)molisana di turno?
Valerio Mancini
L’intervento/ Giù le mani dai Misteri
Commenti Facebook