di Massimo Dalla Torre
Sono i Fondi europei che hanno permesso alle regioni dell’Italia meridionale di ottenere le migliori performance in termini di crescita del PIL. A sostenerlo sono i vertici europei che, recentemente hanno ripuntato i riflettori sul contributo fornito dalla politica regionale europea al miglioramento dello sviluppo economico del Sud.
A dare contezza alle affermazioni i dati: tant’è che in Calabria, Campania, Sicilia, Puglia, Sardegna, Basilicata e Molise numerose imprese sono state sostenute proprio dalla politica di coesione. La quale, ha dato uno stimolo decisivo allo sviluppo del Mezzogiorno, troppe volte escluso dalle grandi opportunità. Ottime possibilità ci saranno anche per il prossimo futuro è stato sottolineato visto che nel prossimo periodo di programmazione l’Unione Europea continuerà ad aiutare e ad investire nei settori ad alta intensità di conoscenza, per sviluppare ulteriormente infrastrutture e servizi pubblici e, soprattutto, a migliorare la capacità innovative.
Le quali, sono senza ombra di dubbio l’arma vincente mediante la quale il Sud ha raggiunto gli obiettivi prefissati: “oltre 700 comuni sono stati collegati alla banda larga; sono stati sviluppati 3000 km di ferrovie e 1000 km di strade; più di 20 milioni di persone hanno accesso alla raccolta differenziata dei rifiuti e sono ora in funzione 80 nuovi impianti di smaltimento”.
A fare da sparring anche il Molise che, nonostante le dimensioni del territorio, sta cercando anche, se lentamente, di dare una risposta positiva alle azioni di sviluppo previste della politica di coesione. Politica inserita nel Piano europeo di ripresa economica in risposta alla crisi finanziaria che, spesso e volentieri, fa tenere il fiato sospeso l’intero mondo economico-imprenditoriale e politico. Piano, tra l’altro, suggellato alcuni anni fa dalla firma tra il Consiglio e il Parlamento europeo mediante cui il nostro Paese, Molise compreso, ricevette cospicui contributi necessari ad agevolare l’esecuzione dei progetti rimasti insoluti, cui furono aggiunti altri miliardi di rifinanziamento.
Il tutto, a dimostrazione, che questa porzione di Paese è tenuta in grossa considerazione dai vertici Europei tant’è che è stato e sarà uno dei maggiori destinatari di finanziamenti necessari ad incrementare gli investimenti sia nazionali sia comunitari utilizzati soprattutto per i programmi che caratterizzano e caratterizzeranno i vari periodi di programmazione.