di Massimo Dalla Torre
Mentre è in corso la campagna elettorale da parte degli appartenenti ai vari schieramenti, molti si chiedono cosa accadrà il 26 Maggio allorquando i Campobassani andranno alle urne per eleggere i vertici di palazzo San Giorgio? Domanda da 100000000000000000000 di dollari, di non facile risposta anche perché le amministrative sono la cartina di tornasole sullo stato d’animo degli elettori, per questo ci limiteremo a fare semplici considerazioni che potrebbero essere smentite anche perché non abbiamo né poteri divinatori, né tanto meno siamo furieri di verità che in politica non sono la consuetudine. Domanda che, dicevamo, in molti stanno ponendosi, anche se chi partecipa alla competizione di domenica 26 maggio e non otterrà il risultato sperato non tarderà a dire che le elezioni amministrative sono altra cosa e di conseguenza la partita da giocare, è stata differente; contenti loro, contenti tutti, aggiungiamo noi. Un contendere che, anche con i confronti con gli elettori, sta venendo fuori con tutta la sua veemenza e in molti casi cattiveria condita con tanto di veleno. Cosa che non depone assolutamente a favore di chi paventa vittorie, senza sapere che un detto locale dice:.. prima di vedere il serpente è inutile invocare San Paolo. Un detto che riportiamo come monito nei confronti di chi ancora non ha contestualizzato quello che potrebbe accadere in città cioè: crollo delle vecchie logiche dei partiti tradizionali e trionfo del nuovo, anche se non del tutto nuovo per la presenza di candidati già presenti in altre competizioni. Contendenti che stanno cercando di far passare per buone le azioni e le tesi messe in campo senza sapere che l’ultima parola spetta sempre ed unicamente all’elettore, speriamo sia chiaro una volta per tutte. Sulle possibili debacle non ci soffermiamo anche perché i risultati potrebbero riservare sorprese che rischiano di inasprire ancora di più gli animi che sono alquanto infervorati. Invece, vorremo invitare, chi in questi giorni ha riarmato le truppe, di ponderare attentamente quello che vuol fare, e chi presenta, senza dire che le amministrative sono di tutt’altro stampo. Vedete credere di poter affermarsi o riaffermarsi dopo un quinquennio non propriamente positivo crediamo siamo arduo anche perché i Campobassani si sono svegliati dal torpore che li vede inermi da troppo tempo. Gioacchino Belli, il vernacoliere romano, nei sonetti spesso e volentieri citava “er popolo” che quando “se ngrugna, er potere se sgrugna” crediamo il concetto sia chiaro. Di conseguenza sarà il caso di ragionare e fare anche quattro conti, come si usava dire “alla fmnella”, ossia terra, terra, fatti sulla carta paglierina dove s’incartavano i maccheroni, solo dopo si potranno tirare le somme ad una condizione però: siano di facile comprensione. Non è la solita affermazione, ma la speranza che ci auguriamo sia realtà e non fantasia, anche perché i Campobassani non sono più disposti ad ascoltare le favolette della buona notte che per anni li ha illusi: ora basta, altrimenti “so’ mazzate alla cecata”