di Massimo Dalla Torre
Più di qualcuno ci ha sollecitato a scrivere di cosa pensiamo dei candidati a primo cittadino
del capoluogo di regione. Se dipendesse da noi citeremo Dante che nell’inferno disse:
“non ti curar di loro ma guarda e passa” cosa alquanto calzante con quanto sta accadendo
nel jurassik politico locale ma per rispetto degli interlocutori, cercheremo di sforzarci e dire
la nostra sulla prossima campagna elettorale e di chi sarà impegnato nella bagarre per
Palazzo San Giorgio. Dei personaggi o almeno uno di questi ci viene alla mente
un’espressione in vernacolo citata da chi non fa parte del circolo Piquick: “ma quiss’
n’zabbotta mai”? che, come chi partecipa al gioco dei quattro cantoni, cerca di occupare
senza, se e senza, più posti possibili pur di primeggiare ed essere ai vertici. Tuttavia in
questa bagarre pre-elettorale, c’è un particolare che, nonostante Giorgia e co. lo ha
investito del ruolo, la base locale è in subbuglio, perché poco gradito, almeno questo che
ci è stato riferito da molti esponenti di punta del partito che governa insieme alla Lega e a
Forza Italia la nazione, sempre più in balia delle procelle e dei marosi con punte che
toccano forza 9 se non 10. Personaggio che si dice pronto ad affrontare la competizione
senza alcun timore di sconfitta visto che è sicurissimo di bissare il risultato riportato alle
regionali, cosa differente delle comunali che, si basano prevalentemente sulla conoscenza
personale dei candidati, il che è cosa di non poco conto. Sempre ripescando i detti locali
moltissimi hanno chiosato la possibile candidatura e la eventuale elezione con: come ti fai
il letto così ti ci corichi, il che è quanto mai calzante, perché fino ad ora Campobasso è un
letto duro, poco confortevole e soprattutto confezionato non con gomma piuma o piume
ma d’frusc? ossia foglie di granone spigolose, piene di punte e molto poco accogliente.
Paragone che fa sì che si possa avere contezza di quello che accadrà a breve e
soprattutto all’apertura delle urne, non sempre favorevoli a chi si dice vincitore in partenza.
Sui risultati non facciamo né commenti né pronostici anche perché è bene leggere la
composizione delle liste che, sicuramente annovereranno molti bardotti ma anche cavalli
di razza pronti sulla linea di partenza anche se alcune volte proprio a metà gara i
competitor “rompono”, gergo utilizzato nelle competizioni ippiche, e delude chi ha puntato
sulla possibile vittoria o sconfitta che fa gioco a chi è pronto a saltare sul carro del
vincitore…ma di questo riparleremo a giugno ad urna aperte…
L’intervento/Chi si aggiudicherà la palma del vincitore?
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