L’intervento/Affaire Sanità, in Molise ha i connotati di una sciarade

di Massimo Dalla Torre
Con questo titolo che, potrebbe forviare il lettore consentiteci di tornare sull’argomento
Sanità che, vede il Molise in uno stato di coma irreversibile senza la possibilità di ripresa,
anche se i vertici istituzionali assicurano il contrario. Una questione che, gli addetti ai
lavori, si dicono sicuri di risolvere in maniera indolore, ma che in verità presenta
moltissime difficoltà e soprattutto assenza di terapie idonee. Vedete un altro detto dice che
“la folla non è buona nemmeno alla guerra” e la tenzone tra le varie coalizioni scoppiata da
tempo non permette assolutamente che i cosiddetti panni sporchi si lavino nelle lavatrici
interne” senza dover ricorrere a quelle “esterne”, ma a quanto pare non è così perché la
questione è divenuta di pubblico dominio. A quelli che dovessero obiettare; ma questi non
la smettono di usare frasi criptiche e paragoni che poco “c’azzeccano”, come direbbe il
buon Tonino Di Pietro, novello cincinnato, rispondiamo che siamo vigili e sulla notizia,
anche se usiamo un linguaggio apparentemente non comprensibile ai signori di palazzo
che non gradiscono, perché, solo in questo modo, l’uomo della strada può avere contezza
di quanto accade. Accadimenti che, vedono da tempo, riunioni ad alto livello, annunci di
provabili abbandoni eclatanti, ma soprattutto ripicche se non ci sarà la soluzione giusta
affinché i Molisani non debbano più sottoporsi ai viaggi della speranza fuori regione.
Insomma, una baraonda che si trascina da tempo e che non è assolutamente un “gioco da
ragazzi”. Con questo non vogliamo rinvangare il passato, ossia quando c’era lui caro lei,
perché i grattacapo non mancano, specialmente se si deve rispettare un patto, chissà con
chi? vi chiederete; noi lo sappiamo, provate a immaginarlo, tenuto conto che ci sarà
ancora chi getterà gli ideali alle ortiche e spera di indossare un camice differente, ecco
perché rimangono sull’argomento, quale segno indiscutibile di protagonismo che non
serve specialmente se si deve ricomporre un puzzle dove i pezzi sono andati perduti e che
difficilmente si potrà ritrovarli. In questi giorni alquanto concitati non vorremo trovarci al
posto di chi dovrà proporre la soluzione finale, soprattutto usando parole che, mal celano
la realtà. Parole vanificate dalla certezza perché nessuno è in grado di raggiungere il
traguardo, almeno che non ci sia un cambio in corsa avviata; magra soddisfazione, questo
lo aggiungiamo noi. Cose che, nascondono un modo di agire obsoleto. Il quale, ha
cambiato, solo i protagonisti ma non il modo di fare; il che significa poco rispetto per il
cittadino che, sconcertato e deluso, aspetta di sentire la fatidica frase: “Nunzio vobis
gaudio magnum: abemus soluzio sanitaria” ci scusiamo per l’utilizzo del latino poco
appropriato alla frase che, però, calza appieno con le circostanze.

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