“Non un evento, ma la tappa di un percorso. Tale considero questo progetto”, ha dichiarato nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento “Liberi nell’Arte”, svoltasi presso la Sala Marconi di Palazzo Pio, mons. Dario Edoardo Viganò definendo il carcere “un luogo magico, dove possiamo mettere alla prova la nostra fede cristiana e il nostro spirito fraterno”.
“Liberi nell’Arte”, iniziativa di solidarietà promossa da UCSI Molise in collaborazione con Vatican News, Ministero della Giustizia e Ispettorato generali dei Cappellani è un itinerario che, in occasione del Sinodo dei Giovani, si svilupperà, dal 18 al 25 ottobre, presso quattro istituti penitenziari attraverso differenti forme artistiche che vedono la partecipazione di importanti partner. Il progetto, il cui fine è di favorire la cultura del reinserimento dei detenuti sarà presentato il 6 ottobre, all’interno della cerimonia di apertura del Sinodo, presso l’Aula Paolo VI in Vaticano, alla presenza del Santo Padre (in allegato il calendario).
“Dalla marginalità abbiamo colto un’opportunità – ha commentato Rita D’Addona, Presidente UCSI Molise – L’arte, nelle sue molteplici forme, riesce oggi a parlare ai giovani, consentendo a noi adulti di creare un ponte di comunicazione che diventi per noi un momento di misericordia. Liberi nell’Arte è un’espressione attraverso la quale UCSI Molise mira a promuovere la cultura del reinserimento nelle carceri”.
“Portiamo la nostra vicinanza, attraverso l’arte, alla popolazione carceraria. Perché l’arte non ha confini”, ha aggiunto Alfonso Cauteruccio della Segreteria Generale del Sinodo, prima di lasciare la parola a don Raffaele Grimaldi (Ispettorato Generale Cappellani): “Papa Francesco ha voluto fortemente portare la Chiesa in carcere, ma affinché i giovani possano continuare a credere nella realizzazione dei propri sogni, è necessaria una sinergia e una condivisione tra le varie realtà”.
L’incontro, moderato dal coordinatore di Vatican News, Davide Dionisi si è concluso su un toccante audio che alterna le dichiarazioni di un detenuto a quelle di papa Francesco durante una delle sue tante visite presso le case circondariali.
Press Office