Riceviamo e pubblichiamo
Gentilissimo direttore,
Mi rifaccio alla lettera che un personaggio noto del capoluogo regionale, nonché docente, scrisse un po’ di tempo fa su un’altra testata in merito al centro storico di Campobasso. Sottoscrivo tutto, quindi la sottolineatura del suo stato di abbandono, la mancanza di regole, la latitanza dei genitori che lasciano i figli liberi di scorrazzare fino a tarda notte, il mancato controllo dei locatari di vari stabili, in più di un caso appartenenti al mondo dello spaccio e della prostituzione, la perdita di attrattività a seguito di tutto questo e del venir meno della sua vera anima, quella legata ad artigianato e piccola manifattura. La piazza è irriconoscibile se paragonata a quella di un ventennio fa, quando c’erano botteghe artigiane, negozi che vendevano articoli di qualità, un calore che si percepiva da lontano e, lasciatemelo dire poiché sono golosa di gelati, un luogo dove potevi gustare uno dei più buoni gelati della provincia. Ora? Ora saracinesche abbassate, pub, bar, gazebo, in triplice o quadruplice copia nel raggio di pochi metri, aperitivi, schiamazzi, degrado, siringhe, liti a tarda notte.
Credo che il buon Gabriele Pepe si stia rivoltando nella tomba… Come se non bastasse, non si respira quasi nulla di cultura, fatta eccezione per le coraggiose iniziative del teatro Savoia. Che ne direbbe di una sala lettura-caffè letterario al posto delle tristissime sale slot e bar? Magari intitolata al nostro Francesco Jovine, tanto bistrattato nella sua terra? Si trovi una formula intelligente ed innovativa che sappia coniugare la sponsorizzazione del sano esercizio della lettura con qualcosa di ‘frivolo’ e conviviale come la degustazione di una caffè o di un analcolico alla frutta, per esempio. Ma le idee potrebbero essere tante. Ridiamo un volto alla piazza e a tutto il centro murattiano, succubi di politiche miopi e sprezzanti nei confronti del vero bene di una città ormai agonizzante! Grazie per l’attenzione che vorrà riservarmi.
Cordialmente, Annamaria Palmieri