Si è svolto a san Martino in Pensilis il convegno promosso dalla Uil Molise, in cui si è approfondito il tempo delle pensioni alla luce delle continue riforme e modifiche che interessano il settore.
Ampia la partecipazione di pensionati e lavoratori che hanno avuto l’occasione di conoscere le ultime novità che riguardano il mondo della previdenza ma anche dei parametri di accesso al tanto atteso “diritto”.
La Uil in Molise, ha affermato la segretaria generale del Molise, Tecla Boccardo, prosegue nel suo calendario di appuntamenti in regione, rimarcando nuovamente la forte volontà di investire e mettersi al servizio dei territori più piccoli e periferici, contrariamente allo Stato che, senza nessuna remora, abbandona i piccoli centri.
Oggi parliamo di pensione, in un incontro molto partecipato, con i nostri pensionati, i veri ammortizzatori sociali, coloro che nonostante i sacrifici di una vita, devono continuare a farne altri per contribuire alla dignità di figli e nipoti.
E constatiamo ogni giorno che passa che siamo finiti dentro una vera e propria spirale in cui i nostri anziani si ritrovano a fare i conti con pensioni sempre più esigue e tra le più basse in Italia e parallelamente sempre meno giovani riescono a collocarsi e trovare un impiego stabile.
E’ necessario creare lavoro vero, non discontinuo e precario, e che tra l’altro diminuisce anch’esso poiché molti precari stanno perdendo anche quello. Quindi parlare oggi di pensioni ai più giovani davvero necessita di un supplemento di coraggio.
Che si spezzi allora questa spirale, che vede poco lavoro e pensioni povere. Allora approfittiamo delle opportunità di cui possiamo beneficiare, essendo collocati in un’area di crisi, complessa e non complessa.
Noi, ha concluso Boccardo, non ci fermeremo mai nella nostra opera di informazione, sensibilizzazione e proposta che, come oggi, dai piccoli territori parte per far sentire la propria voce.
Presente all’incontro la Direttrice del Patronato ITAL UIL, Maria Candida Imburgia la quale ha sottolineato che ”grazie all’attivismo delle segreterie regionali riusciamo ad affrontare direttamente temi molto importanti direttamente sui territori, alla presenza di quanti sono davvero protagonisti di questi processi.
Un’opportunità importante e di gran valore quando ci si incontra per riflettere di questi temi in regioni che versano in particolari condizioni di svantaggio.
Il ruolo del Patronato sta cambiando e si sta adeguando alle esigenze dei cittadini, dando giusto peso anche a nuovi percorsi formativi a cui si sottopongono i nostri operatori in cui vengono affrontati temi di rilievo, con il fine di offrire risposte certe e servizi di qualità.
Qualità e sicuramente competenza che oggi sono stati confermati dal Responsabile molisano dell’Ital, Pino Aurisano e da Maria Theresa Di Pietro, operatrice di quest’area.
Con il mondo dei pensionati, quello con cui oggi ci interfacciamo in Molise, la connessione è poi particolarmente stretta considerata la complessità e spesso la confusione rispetto al mondo delle pensioni e alle riforme che modificano continuamente requisiti, modalità di accesso, termini.
Siamo in attesa dei decreti attuativi sull’APE, tanto attesi da migliaia di italiani che precisamente vogliono capire le modalità di adesione in termini tecnici ed economici. Il nostro patronato è già pronto a dare le risposte necessarie, attraverso una rete capillare di sportelli, in Italia e all’estero, gestiti da operatori formati e che spesso sono chiamati ad assolvere anche una funzione sociale.
Ha concluso i lavori il segretario generale della Uil Pensionati, Romano Bellissima che ha immediatamente incalzato: “Lo diciamo da dieci anni, se non si cambia questa politica economica non usciremo mai da questa crisi. Aver tagliato pensioni e salari, non rinnovando i contratti di lavoro, ha significato “deprimere” la domanda interna che viene soddisfatta dal lavoro del solo 70% del tessuto produttivo. Se tagliamo le risorse ai cittadini ovviamente la domanda crolla, con conseguente diminuzione dei posti di lavoro e con il relativo abbassamento della ricchezza del Paese. Per uscire dalla crisi, come fatto in altri Paesi europei, è necessario invertire la tendenza, finanziando i consumi, rinnovare i contratti, aumentare le pensioni più basse. Questo darebbe linfa alla ripresa.
Continua a essere sbagliata la politica economica dei Governi che si stanno succedendo ormai da anni e quella politica bisogna cambiarla. Se non interveniamo a monte, il nostro sistema economico e produttivo non si aprirà mai ai più giovani, che oltre a non avere mai una pensione, avranno difficoltà ad avere una vita dignitosa.
Continuare a pensare che tagliare e ridurre la spersa sia la soluzione è disastroso.
Per noi bisogna cominciare a essere più selettivi negli aiuti, premiando le imprese più virtuose che davvero creano posti di lavoro e non che approfittano in maniera scientifica di sgravi fiscali, aumentando flessibilità e disoccupazione. E’ necessario creare un nuovo sistema economico solido in cui il lavoratore entra nel tessuto produttivo definitivamente”.
“Il lavoro flessibile, ha concluso provocatoriamente Bellissima, dobbiamo darlo agli anziani mentre quello stabile va dato ai giovani. E’ cosi che si alimenta un sistema forte e sostenibile, e si evita all’uomo di 65 anni di salire sopra un’impalcatura.”