Dal 1° luglio l’amministrazione comunale di Campobasso ha consegnato il sito all’associazione Laboratorio Aperto. “Appare buona l’idea di coinvolgere soggetti svantaggiati e dargli opportunità di inserimento sociale, ma sarebbe opportuno formare queste persone, per consentirgli di esercitare al meglio l’importante e delicato ruolo dell’accoglienza turistica. Altre associazioni sono coinvolte nel progetto: Ial-Molise Ente di formazione, Comitato Fare Assieme Rione San Lorenzo, costituito solo il 9 maggio 2015, Associazione Promosam e Palazzo Mariassunta, ristoratrice. Mancano all’appello associazioni culturali che avrebbero dovuto avere un ruolo determinante per la valorizzazione ed il rilancio del sito, simbolo della città, ma forse non se ne ritiene importante l’attività.C’è però un aspetto oscuro in questa vicenda. L’iniziativa – continua l’Associazione nella nota– non è stata presentata con alcun comunicato e la cittadinanza non è informata. Ma il fatto davvero inquietante è che non esiste alcun atto amministrativo che giustifichi tale manovra. Di conseguenza non sono note le condizioni dell’affidamento e la domanda nasce spontanea: perché il sindaco concede in gestione il monumento più importante di Campobasso alla chetichella? Eppure il sindaco sarebbe tenuto ad agire rispettando tutte le regole amministrative tra cui, appunto, la pubblicizzazione degli atti deliberativi. In questo caso non ve n’è traccia e sarebbe opportuno che i cittadini fossero messi al corrente del progetto avviato dal Comune.
È giusto ricordare che nel 2008, proprio l’attuale sindaco, allora assessore, affidò con delibera e atto sottoscritto dalle parti il Castello Monforte ad una cooperativa e alla nostra associazione. Nel 2009, poi, il sindaco Di Bartolomeo spazzò via l’accordo e affidò per 5 anni la gestione alla Comoltur. Ora improvvisamente questo consorzio lascia il castello e viene sostituito da altri soggetti.
A nostro avviso sarebbe stato opportuno coinvolgere i cittadini su una valutazione della gestione dell’offerta turistica messa in campo negli anni, delle problematiche aperte ed irrisolte che da anni si cerca di portare all’attenzione delle Amministrazioni che si sono succedute, pensiamo alla gestione di un cartellone culturale all’interno del maniero e quindi al vincolo determinato dalla presenza del Sacrario, alle antenne, alla via Matris chiusa per caduta sassi, ma mai veramente utilizzata…Tutto questo non c’è stato, ma è doveroso che i cittadini siano messi almeno al corrente del ‘progetto’ avviato dal Comune e che abbiano la possibilità di sapere con quali procedure e con quali criteri lo si è attivato”.
L’associazione Centro Storico contesta il cambio di gestione del Castello Monforte
Commenti Facebook