L’arcidiocesi di Campobasso-Bojano riparte con coraggio e qualità, nei prossimi giorni di metà ottobre con la convocazione annuale. Dal 10 al 12 prossimi, infatti, la diocesi convoca i suoi fedeli, nella Chiesa parrocchiale di san Antonio di Padova, per tre giorni di preghiera, di studio e di riflessione, iniziando dalle ore 18.00.
E con la diocesi, anche il nostro Vescovo, mons. GianCarlo Bregantini, provato nella sua malattia, sente necessario mettersi di nuovo in gioco, concludendo la tre giorni di studio, martedì 12 ottobre.
Lo fa perché è desideroso di poter ringraziare tutti i suoi fedeli, per l’ampia attestazione di vicinanza e di solidarietà ricevuta nei giorni del suo ricovero ospedaliero, presso la Clinica di Pozzilli, la Neuromed.
Saranno perciò tre serate molto preziose. Il tema infatti nasce dall’ascolto che nel cammino sinodale del precedente anno pastorale si è tenuto, coinvolgendo tanti fedeli, in varie parti della diocesi. Si è infatti convenuto che bisogna a tutti i costi ripartire . E’ la chiave di tutto. Un ripartire già lanciato dal congresso eucaristico di Matera, che vedeva nel pane spezzato e nel suo profumo, la forza di mettere in gioco la propria fede. Fede da condividere, come ogni pane va spezzato insieme, per la gioia di tutti.
La stessa grazia ha compiuto la nostra diocesi di Campobasso-Bojano, che riparte dalla liturgia,
come forza trasformante e fondativa di tutta la nostra vita, personale, ecclesiale, spirituale, politica e sociale. Ripartire dalla Liturgia è stata anche la scelta compiuta da papa Francesco, nel mese di giugno, quando ha regalato alla Chiesa la meravigliosa riflessione sulla formazione liturgica del popolo di Dio intitolata “\ Desiderio desideravi”.
La nostra diocesi ne ha fatto una direttiva chiara e precisa: Celebrare il Mistero, custoditi da Maria, per una liturgia partecipata, attrattiva e ancorata alla vita.
Da qui, le tre serate si svolgono spiegando le tre fasi della Lettera apostolica di papa Francesco.
Toccherà a mons. Antonio Staglianò, lunedì 10 ottobre, ore 18.00, aprire il Convegno diocesano, puntando sulla teologia, come chiave interpretativa per leggere la liturgia. Mons. Staglianò, già vescovo di Noto (famoso anche per la sua chitarra in televisione, come strumento originale per parlare ai giovani!) ed ora Presidente della Accademia teologica del Vaticano, ci delizierà con la sua parola, scorrevole e fluida, oltre che ben fondata, a tratti anche controcorrente. “Il senso teologico della Liturgia- come spesso dice mons. Bregantini – è intessuto di soprese, poiché scava nel cuore stesso di Cristo, nel momento in cui egli si fa presente tra di noi, proprio nella povertà di segni, che diventano di immensa forza comunicativa. La Liturgia utilizza mezzi poveri, per parlare di cose grandi, come il pane, i fiori, i colori, la pietra, i profumi, i suoni ed il silenzio, le stoffe, il tempo e l’azione. Leggere in questi segni la presenza del Divino è proprio quello che abbiamo chiesto al noto teologo, perché ci aiuti ad intravedere nel piccolo il grande, nel fragile la forza, nell’umiltà la grandezza. Trova spazio qui la rilettura della fragilità del Molise, che proprio nei suoi segni diretti, nel gesto eucaristico, si fa palestra sul mondo. Tutta la realtà agricola e quotidiana è rivalutata dalla liturgia. E’ un invito al mondo politico, a far leva non su programmi ideologici astratti, ma a valorizzare ciò che abbiamo nella nostra terra del Molise, per renderlo luce di futuro, nella riscoperta del “tipico”. Più la Chiesa sa valorizzare quello che la gente ha in mano, nella quotidianità della vita, più la celebrazione liturgica si fa vera e autentica. Anche di fronte al mistero del dolore.
L’eremita scrittore, don Alessandro Dehò raccoglierà il testimone, per aiutarci, martedì 11 ottobre, alle ore 18.00, a riflettere con chiarezza su un tema scottante: “ la Liturgia, come antidoto al veleno della mondanità spirituale”. Sarà pungente nella sua esemplarità di vita, di forte elevazione a mete di elevato misticismo, che sa rendere in testi, di facile diffusione di massa, tra la nostra gente. Don Alessandro parla chiaro, scrive facile, incanta con la sua costante relazione alla bibbia, per trarne indicazioni operative esigenti. E’ facile, infatti, che anche nella celebrazione liturgica si insinui il pericolo di apparire, di celebrare per farsi vedere, del giudizio sui poveri, sia nel clero che nei fedeli. Questa è la mondanità spirituale, che la liturgia affronta con chiarezza, come antidoto, tramite la debolezza dei segni, il gusto della presenza viva del Cristo, il silenzio fatto porta per la trascendenza, l’entusiasmo e la carità che verifica tutto ( “Una celebrazione che non evangelizza non è autentica”, Desiderio n. 37). Messaggio conclusivo: “ Presiedere l’Eucarestia è stare immersi nella fornace dell’amore di Dio” (Desiderio, n. 57).
Mercoledì 12 ottobre, sempre alle ore 18.00, il Vescovo GianCarlo , darà alla Diocesi le direttive concrete, passo dopo passo, indicando mete elevate, strategie comunitarie, priorità pastorali, scelte fondative irrinunciabili. Ma di questo, sarà necessario parlarne a parte. Con uno spazio specifico.
Non ci resta che invitare tutti a questa CONVOCAZIONE DIOCESANA, che sarà di pregio, oltre che coinvolgente nel potersi, finalmente, ritrovarsi di nuovo tutti insieme dando anche al nostro vescovo, ripreso, lo spazio della gratitudine e dell’entusiasmo operativo.