di Massimo Dalla Torre
In attesa che accada qualcosa di clamoroso, giacché anche a livello nazionale l’atmosfera è alquanto frizzante anche se poco interessante, perché un detto locale recita: come rifai il letto così ti corichi, dobbiamo costatare che, nonostante si cerchi di nascondere la realtà dei fatti, in Molise l’idra a sette teste non è morta anzi, è viva e vegeta. Un’entità che evidenzia come nonostante si voglia dare tono e forza alle azioni, è inesorabilmente ancora sotto il giogo di chi si diverte con le nostre sorti. Le quali, hanno un unico connotato “l’inerzia e l’apatia di comodo”.
Condizioni di difficile comprensione, perché così si vuole, nonostante l’accorato appello da parte di molti esponenti della società civile, che incitano al riscatto della molisanità. Riscatto che, a nostro modesto giudizio, non avverrà mai in quanto, mostra che la “bestia” è pronta a divorare chiunque cerchi di combatterla, visto che le armi in nostro possesso sono caricate a salve e di conseguenza inoffensive. Una lotta inesistente perché nella ventesima realtà dello stivale domina l’esteriorità e non la sostanza.
Questi sono i fatti null’altro. Constatazioni dettate dall’osservazione e dall’analisi delle azioni anzi non azioni messe in atto, e se le si mettono in atto è solo per dare il cosiddetto contentino a qualcuno che potrebbe tornare utile, che lascia poco margine di manovra a chi cerca di riscattarsi da una spersonalizzazione in cui la mancanza assoluta di interlocutori con cui confrontarsi “divide et impera” come avrebbero affermato i latini.
Una situazione che rammenta l’espressione delle statue etrusche. Le quali, con il sorriso enigmatico e lo sguardo proiettato verso “il nulla”, lasciano disarmati chiunque si soffermi a osservarle. Statue che, nella loro staticità millenaria, crea disagio tant’è che è difficile dissiparlo. Una sensazione che evidenzia come i punti interrogativi hanno trovato fissa dimora nella nostra sonnacchiosa e poco reattiva regione, in cui la desertificazione avanza a grandi passi occupando sempre di più spazi.
Una regione che, allo stato dei fatti, farebbe bene ad apporre sui cartelli stradali che ne indicano i confini “chiuso per…” a voi la scelta di cosa e del perché.