La questione scuole a Campobasso sembra non trovare una soluzione se non quella di complicare ulteriormente il quadro

Il signor Sindaco e presidente della Provincia, Antonio Battista, nel corso della commissione lavori pubblici del 9 u.s. convocata proprio sul tema scuola, ha fatto un quadro abbastanza fumoso delle intenzioni che nell’immediato si intendono perseguire. Sollecitato, ha chiaramente detto che si sarebbe adoperato per capire se fosse possibile concordare una soluzione con il liceo artistico, prevedendo un trasferimento dell’istituto nei locali di via Roma, così liberando l’attuale edificio in favore dei bambini di via Leopardi. Inoltre, nello spiegare che l’Amministrazione privilegia una soluzione pubblica, senza ricorso a locali di privati già disponibili nell’immediato (sono 5 le imprese che hanno risposto al bando esplorativo), ha illustrato, sempre perché incalzato, la recentissima delibera di giunta comunale n. 270 con la quale si intende affrontare il problema scuole.

Sono almeno due le considerazioni da fare.

Non sta ad un gruppo politico anteporsi alle parti coinvolte. Semplicemente perché ogni scelta che coinvolga docenti, genitori e figli ritengo vada presa cercando il maggior consenso possibile e quindi ci aspettiamo che il Sindaco, qualora non avesse l’assenso, abbandoni una soluzione che confinerebbe forzatamente studenti e docenti in un edificio, quello di via Roma, rispetto al quale non ostenterei sicurezza. Un edificio che ha certamente bisogno di interventi importanti e che di certo non può considerarsi la soluzione. Prova ne sia anche l’attenzione che la Giunta ha dato al plesso, oggi destinatario di un importo di 1.500.000 di euro (ridotto di 500.00 euro rispetto al precedente piano) ed interessato nel passato da interventi modesti che hanno interessato soltanto i locali interrati dell’edificio.

La seconda considerazione riguarda proprio la politica di questa giunta e di questa maggioranza.

L’adozione della citata delibera lascia perplessi e anche sconcertati. Adottata tardivamente, fa intendere tre cose su tutte: che il comune di Campobasso finanzia l’edilizia scolastica con la vendita delle due aree di via Kennedy e via D’Amato; che la quota principale di € 11.000.000 di euro viene ancora una volta rimodulata a proprio piacimento, nella speranza che questi fondi non siano persi posto che sono partite risalenti alla programmazione fondi 2000/2006; che 1.400.000 euro arriverebbero da mutui BEI. Quindi, risorse immediatamente disponibili nessuna.

Di mutui comunali con Cassa Depositi e Prestiti neanche l’ombra, quando ciò avrebbe consentito di avere una somma disponibile per avviare la progettazione e la costruzione di almeno un nuovo plesso scolastico.

Ora, è bene chiarire che con questa situazione, difficilmente avremo un cantiere nuovo per il 2017, lasciando purtroppo la situazione immutata, in attesa tra l’altro che l’università dica quali sono gli edifici sui quali vale la pena investire denaro per adeguarli sismicamente.

E allora? Allora bisognerebbe capire se esiste un altro edificio pubblico idoneo e sicuro nel quale trasferire una scuola – la cittadella dell’economia sembra non sia idonea – oppure considerare la scelta di acquistare o locare dal privato – per la cronaca sono 5 le offerte: 3 nella zona industriale di Campobasso, 1 nel centro città e 1 al confine con il comune di Campodipietra. Sarebbe il caso di valutare attentamente questa possibilità – l’acquisto in primis – anche perché ciò consentirebbe di avere un edificio sicuro da utilizzare come soluzione ponte per tutti gli interventi futuri, garantendo una rotazione costante per i plessi oggetto di intervento o di nuova costruzione.

Una cosa è certa: la variegata maggioranza in consiglio comunale e l’ingresso di due nuovi assessori (che ancora non sappiamo cosa stiano facendo) non danno alcuna garanzia per il futuro. Ed il 15 gennaio si avvicina.

Roberto Gravina M5S Campobasso

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