La Guardia di Finanza in Regione per la cassa integrazione

Uomini della Guardia di Finanza di Campobasso si sono recati presso gli uffici competenti della Regione Molise per acquisire documentazione in merito alla gestione della cassa integrazione in deroga degli ultimi anni, segnatamente quella della precedente legislatura. Come ben sa chi segue informamolise.it sul punto questa testata ha fatto, da anni ormai, una battaglia di legalità rimasta sinora sostanzialmente inevasa.

La gestione dei milioni di euro della cassa integrazione in deroga da parte della Regione Molise, a parere di chi scrive (ed abbiamo scritto decine di articoli di denuncia sul tema), è stata fatta in maniera a dire il meno superficiale. E fortunatamente dopo qualche tempo autorevoli personaggi hanno dato conferma di quanto da noi scritto. Il giuslavorista Pietro Ichino ha chiaramente parlato di gestione clientelare della cassa integrazione in deroga da parte delle regioni. E qualche giorno fa sono scattati in Calabria i primi arresti per l’indebita concessione dei sussidi alle imprese (perchè di questo si tratta in sostanza, soldi per pagare gli stipendi dei propri dipendenti). Nel Molise, scorrendo gli elenchi dei percettori del contributo, elenchi a noi a suo tempo pubblicati, si trova di tutto. Abbiamo denunciato casi specifici. Come quello degli 11 lavoratori Solagrital che firmano il contratto di assunzione a tempo il giorno stesso in cui sono messi in cassaintegrazione. Tre consiglieri della passata legislatura, Romano, Monaco e Di Donato hanno portato alla Procura i nostri articoli in cui si segnalava l’abnormità della procedura. Ma non c’è solo la Solagrital. C’è un ente associativo che con un abile gioco delle tre carte da un lato faceva nuove assunzioni, da un altro dichiarava lo stato di crisi e prendeva i soldi per gli stipendi dei propri lavoratori. Botte da 100.000 euro di fondi pubblici, mica poco. Poi c’era l’azienda che metteva in cassa integrazione parziale i propri dipendenti durante la pausa pranzo, quando l’attività era chiusa. E poi c’è la procedura di approvazione della cassa integrazione. Una procedura solo formale, dove (e sembra che su questo si stia incentrando l’attenzione dei finanzieri) si riempivano solo dei moduli con le crocette e a volte non c’erano nemmeno dei bilanci analitici a supportare la richiesta di sussidio pubblico. La cassa integrazione era diventata una specie di bancomat per quelle aziende, fortunate, che sapevano dell’esistenza di questo contributo. Alcuni lavoratori hanno avuto anche il coraggio di denunciare quanto loro accaduto. Querele dettagliate e specifiche sono state depositate alle Procure competenti. In esse si trova di tutto: qualcuno messo in cassa integrazione e costretto a fare campagna elettorale per il proprio rappresentante legale; qualcun altro messo in cassa integrazione solo perchè era antipatico al rappresentante legale e il cui lavoro, lungi dall’essere in crisi, viene affidato, con contratto a tempo indeterminato di fascia alta, a persone più malleabili e sensibili alla voce del padrone. Sinora su queste istanze, sacrosante, nel Molise non si era mossa assolutamente nulla. Da oggi probabilmente, e ce lo auguriamo davvero come cittadini,qualcosa potrà cambiare.

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