“La città di Bojano sia liberata dalla droga e riprenda coraggio.” E’ il monito di mons. Bregantini, arcivescovo di Campobasso, dal piazzale gremitissimo della Cattedrale di Bojano, nella ricorrenza della festa del patrono della diocesi, san Bartolomeo.
Bregantini è intervenuto con fermezza, esortando i fedeli ad essere “vigilanti e a non abbassare la guardia, perché il problema della droga va sconfitto con l’impegno comune e costante, che si prende a cuore il futuro dei più giovani, dando esempio di stima reciproca, come i parroci che operano solleciti a non lasciare nessuno solo”.
Non è mancato l’appello alla Politica, in vista anche delle prossime elezioni comunali. Nella traversata del presente e delle sue contraddizioni, la priorità sia “riscattare il proprio territorio, creare posti di lavoro e tutelare tutta la realtà della GAM, con un’occupazione vera, a lungo termine, oltre la cassa integrazione”.
No a vittimismi e pessimismi, sì alla rinascita che si fa “speranza e antidoto al labirinto torbido dell’accidia e delle divisioni”.
Il messaggio del presule si è concluso con l’appello a “lasciarci attrarre dalla figura di san Bartolomeo, per andare incontro a Gesù e testimoniare che il Vangelo è salvezza di chiunque crede”.
Dopo l’appello del commissario prefettizio, dott. Pierpaolo Pigliacelli, che ha ringraziato per il suo servizio in quest’anno di lavoro, la festa è poi proseguita con una breve ma bella processione, lungo alcune strade del paese, con la recita del rosario, senza banda e senza luminarie, nella più autentica devozione popolare.
Era la prima processione che si è fatta, finalmente, dopo il lungo periodo della pandemia. Nel cuore di tutti è rimasta una forte gratitudine. Bojano meritava realmente una festa così densamente vissuta e partecipata.