Si è tenuto nelle scorse settimana a Rimini dal il XXV congresso nazionale, durante il quale i maggiori esperti in ambito nazionale di tale disciplina hanno avuto modo di confrontarsi sul trattamento radioterapico dei principali tumori. Importante è stato il contributo scientifico dell’Unità Operativa di Radioterapia della Fondazione di Ricerca e Cura ‘Giovanni Paolo II’ che ha presentato ben 4 comunicazioni orali e altri 12 contributi scientifici, frutto del lavoro congiunto svolto principalmente con le Unità Operative di Fisica Sanitaria e di Oncologia, e con quelle di Chirurgia e Ginecologia Oncologica della Fondazione, ma anche con le Unità di Oncologia, Chirurgia, Otorinolaringoiatria ed Urologia dei presidi ospedalieri dell’Ospedale “Cardarelli”, di Isernia e di Termoli.
Gli argomenti trattati son stati molteplici, dal trattamento dei tumori del distretto ORL a quelli mammari e dell’apparato gastrointestinale fino a quelli ginecologici e urogenitali maschili. Particolare attenzione è stata rivolta alle nuove possibilità di cura offerta dalla radioterapia grazie all’uso di apparecchiature sempre più precise e all’utilizzo concomitante dei farmaci oncologici.
Francesco Deodato, responsabile dell’Unità Operativa di Radioterapia, ha effettuato due comunicazioni orali presentando i risultati di due studi sull’uso della radioterapia stereotassica nei pazienti oligometastatici, cioè quelli con un numero limitato di metastasi, in cui un trattamento radioterapico, estremamente focalizzato sulla lesione ed effettuato in 1-5 sedute, riesce a ottenere un elevato controllo della malattia locale. Uno di questi studi, quello relativo all’uso della radioterapia stereotassica effettuata in un’unica seduta (radiochirurgia), è stato premiato come ‘Miglior Comunicazione Orale’ in memoria del Prof. Mauro Trovò, stimato direttore della Radioterapia del Centro Regionale Oncologico di Aviano, scomparso l’anno scorso.
“La radiochirurgia” commenta Francesco Deodato che ha ritirato il premio “è una forma di radioterapia estremamente avanzata e complessa che permette di effettuare in una sola seduta con elevate dosi di radiazioni, il trattamento di piccoli tumori o di poche lesioni metastatiche a livello cerebrale, toracico, addominale e pelvico. Abbiamo implementato questa tecnica ormai da cinque anni, grazie alla collaborazione giornaliera con l’Unità Operativa di Fisica Sanitaria diretta da Savino Cilla, e la stiamo utilizzando nel trattamento di tumori primitivi o metastatici del polmone e del fegato, di linfoadenopatie mediastiniche e addomino-pelviche e di lesioni ossee. Il vantaggio di questa metodica è che essendo utilizzata in un’unica seduta non interferisce con l’eventuale terapia sistemica effettuata dal paziente permettendo di aggiungere al controllo sistemico della malattia metastatica anche quello locale”
Altre due comunicazioni orali sul ruolo della radioterapia ad intensità modulata con tecnica VMAT nel trattamento dei tumori del distretto ORL sono state presentate da Marianna Nuzzo, medico dell’Unità Operativa di Radioterapia.
Grazie a questa metodica è infatti possibile erogare con notevole precisione alte dosi di radioterapia sul tumore risparmiando le parotidi e quindi la funzione salivare e riducendo la dose erogata ai muscoli costrittori del faringe senza aumentare gli altri effetti collaterali del trattamento che molte volte è effettuato in concomitanza con la chemioterapia.