Presentati i dati dell’attività dal 1° ottobre 2023 al 15 luglio 2024: 500 interventi in un anno, con un indice di mortalità pari al 2,1% a fronte di una media nazionale del 4%. Circa un terzo dei pazienti è stato sottoposto a chirurgia combinata ad alta complessità. Si conferma Centro di Riferimento nazionale per l’innovativa metodica “Frozen Elephant Trunk”. Il 66% dei pazienti risiedono fuori Regione, ma rappresenta un riferimento importante anche per il Molise: l’80% dei pazienti molisani sceglie la Cardiochirurgia del Responsible per curarsi. Zero per cento di complicanze cerebro vascolari post operatorie nella chirurgia coronarica, a fronte di una media del 2%.
Campobasso, 25 luglio 2024. Presentati i dati dei primi 10 mesi di attività, dal 1° ottobre 2023 al 15 luglio 2024, dell’Unità di Cardiochirurgia afferente al Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, diretto dal professor Severino Iesu.
L’Unità di Cardiochirurgia del Responsible si attesta tra i Centri medio grandi per il volume di attività: 500 casi in un anno.
Durante questo periodo, sono stati eseguiti 415 interventi, entro la fine di ottobre si prevede di raggiungere circa 500 casi, un risultato importante in termini numerici, mai raggiunto prima. Questo colloca il Responsible Research Hospital tra le Cardiochirurgie “a volume medio-grandi” in Italia.
Un terzo dei pazienti sottoposto ad interventi di chirurgia combinata di alta complessità.
Accanto al dato relativo alla “quantità” emergono indici importanti anche sulla qualità e complessità delle cure: il 31% dei pazienti, circa un terzo, è stato sottoposto a chirurgia combinata, trattando più patologie simultaneamente, con un Case-Mix pari a quello dei più accreditati ospedali.
Centro di Riferimento nazionale per l’innovativa Metodica “Frozen Elephant Trunk”.
Il Centro molisano è presidio di Riferimento (tra i pochissimi in Italia) per l’innovativa metodica: “Frozen Elephant Trunk”, utilizzata per le lesioni complesse dell’aorta toracica, sono stati eseguiti 6 interventi a fronte di una media di circa 15 casi trattati nel Centro nazionale di riferimento.
Tasso di mortalità globale al 2,1%, rispetto ad una media nazionale del 4%.
La mortalità globale, considerando tutti gli interventi, è del 2,1%, un risultato eccezionale rispetto alla media italiana del 4%, come riportato da Agenas.
Tasso di mortalità coronarica “grezzo” all’ 1,96%, su 180 casi eseguiti. Se venisse applicato l’algoritmo utilizzato da Agenas l’indice si assesterebbe all’ 1%.
Eseguiti 180 casi coronarici in un anno con un indice di mortalità attuale, dell’1,96%, perfettamente in linea con le migliori cardiochirurgie italiane, dimostrando un costante impegno verso l’eccellenza.
I dati elaborati da Responsible sono “grezzi”, senza considerare la complessità del paziente. È necessario precisare che il dato elaborato dal Responsible tiene conto di tutte le patologie trattate, mentre quello Agenas si riferisce solo alla Chirurgia Valvolare e Coronarica, quindi l’indice sarebbe ancora più basso se venisse elaborato secondo questi criteri, inoltre, relativamente alla mortalità sulla chirurgia coronarica, è bene precisare che il dato elaborato da Responsible è un dato di mortalità “grezzo” e non “aggiustato” per complessità del paziente; ove si applicasse questo algoritmo, come quello di Agenas, il dato si assesterebbe intorno all’ 1% (rispetto all’attuale 1,96%).
Nel 90% dei casi la valvola mitralica viene riparata, quando non è possibile viene applicata la protesi Mitris di ultimissima generazione.
Circa la chirurgia della valvola mitralica è bene precisare che l’indice di riparazione della stessa è di circa il 90%, come nei migliori Centri di Riferimento. Nei casi in cui non si possa procedere alla riparazione per un’anatomia sfavorevole, è possibile impiantare una protesi di ultimissima generazione, Mitris,che ha una durata media di gran lunga superiore, rispetto a quelle convenzionali.
Un tasso di complicanze cerebrali (ictus ischemico) post operatorie pari allo zero per la chirurgia coronarica, a fronte di una media nazionale del 2%.
Una delle più temibili conseguenze di un intervento al cuore è la possibilità che possano sopraggiungere delle complicanze a livello cerebrale, nella maggior parte dei casi si tratta di un ictus ischemico, che può compromettere fortemente la qualità di vita e in alcune situazioni essere addirittura fatale.L’Unità di Cardiochirurgia del Responsible Research Hospital ha un tasso di complicanze pari allo zero a fronte di una media nazionale del 2% nei Centri più virtuosi.Questo risultato straordinario, è frutto anche dell’utilizzo di tecniche particolarmente innovative, in particolare la chirurgia coronarica a cuore battente, senza utilizzo della circolazione extracorporea, quindi il muscolo cardiaco non viene “fermato”, ma continua a lavorare normalmente nonostante l’intervento in atto, questo naturalmente riduce notevolmente l’insorgenza di possibili problematiche. Inoltre, la rivascolarizzazione miocardica è arteriosa (arteria mammaria o radiale), questo garantisce meglio il paziente nel tempo in termini di mortalità e morbilità. Nel 70% dei casi l’aorta non viene manipolata, scongiurando un ulteriore rischio di ictus cerebrale.
Confermata la forte capacità attrattiva del Centro molisano: circa il 66% dei pazienti proviene da fuori regione: ma anche i pazienti molisani scelgono di curarsi al Responsible Research Hospital: circa l’80% del totale preferisce l’Unità di Cardiochirurgia: da luglio ad oggi sono stati operati 144 pazienti molisani e si prevede di arrivare a 160 entro la fine di ottobre.
Questi risultati evidenziano l’alta qualità e la complessità delle prestazioni offerte dalla Cardiochirurgia del Responsible: “Siamo davvero soddisfatti dei risultati raggiunti in questi primi 10 mesi di attività, ma comunque ci impegneremo per migliorare ulteriormente, se possibile” commenta il professor Severino Iesu, Direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, “ringrazio tutto il personale del comparto ed i loro Responsabili: Franceso Palumbo e Luigi De Martino; i colleghi cardiochirurghi, in particolare il Direttore dell’Unità dott. Francesco Cafarelli; il dottor Castellano e tutta l’équipe dell’Unità di Anestesia e Terapia Intensiva, l’Unità di Cardiologia con il suo Direttore prof. Rodolfo Citro, l’Emodinamica con il suo Responsabile, dott. Cosimo Sacra ed il dott. Matteo Santamaria, Direttore UOC Elettrofisiologia ed Aritmologia, e la sua equipe. Un ringraziamento particolare va al Presidente, dott. Stefano Petracca, e tutto il Consiglio di Amministrazione per il supporto e la fiducia accordatami. Ritengo che il merito reale sia da attribuire a tutti coloro che ho appena citato, piuttosto che alla mia azione personale, i successi sono sempre frutto di un lavoro di squadra”.