di Massimo DallaTorre
La Banca europea per gli investimenti qualche anno fa lanciò un’azione a favore della ricerca universitaria. Obiettivo dell’iniziativa era quello di sviluppare i rapporti con le università offrendo finanziamenti e borse di studio agli studenti che frequentavano gli istituti comunitari. Tramite il progetto la BEI, che attualmente ancora finanzia numerosi progetti comunitari, pose quale punto centrale dell’iniziativa il rispetto dei vincoli imposti dall’agenda di Lisbona. L’azione fu suddivisa in tre aree distinte.
La prima, denominata “EIB University Research Sponsorship Programme” – ossia programma di sostegno della BEI alla ricerca universitaria – finanziò le università in quattro discipline stabilite, suddivise per anni. Per il primo anno l’attività della Banca era incentrata sulla valutazione economica e finanziaria dell’impatto ambientale; sulla valutazione tecnologica e accelerazione dell’innovazione; sui partenariati pubblico-privati e sulle dimensioni sociali dello sviluppo sostenibile.
L’importo massimo di borse di studio attribuito dalla BEI era di 100.000 euro per una durata massima di tre anni. La seconda area, denominata STAREBEI – Stages De Recherche BEI, stage di ricerca BEI – fornì finanziamenti agli studenti che lavorarono a progetti che coinvolsero l’Istituto Bancario stesso e le università. Finanziamenti che furono supportati da stage che, in un secondo momento, furono monitorati sia dalle università sia da un tutore della BEI. I progetti erano basati su attività di ricerca e il periodo di monitoraggio variò da sei mesi a un anno.
Gli studenti, inoltre, lavorarono per un certo periodo di tempo presso la BEI in Lussemburgo. Terza ed ultima area “EIB University Networks” – Reti universitarie BEI – che si prefiggeva di istituire reti più generali con le università attive nei settori di particolare interesse per la BEI. Azione che permise alle università il diritto di utilizzare il marchio BEI nel materiale promozionale. Con queste azioni l’Istituto Bancario Europeo rilanciò a trecentosessanta il proprio grado d’incisività.
Grado che rispettò appieno gli obiettivi che l’Istituto di credito si prefiggeva, ponendosi in questo modo sul gradino più alto del podio in quanto coniugò l’azione di ricerca svolto dalle università con quelli che sono i principi ispiratori dell’Unione Europea.