di Massimo Dalla Torre
Molti l’hanno paragonato allo schiaffo di Anagni, altri alla congiura dei Boiardi, altri ancora alla rivolta dei legionari ci riferiamo a quello che e’ accaduto in Consiglio regionale che ha assistito alla
debacle del presidente della regione in merito al piano sanitario.
Un Piano che vede un accesa discussione non solo da parte della componente politica, ma anche dalla societa’ civile, sindacati e organizzazioni che da tempo chiedono chiarezza in merito.
Chiarezza che, proprio nella seduta monotematica dell’assise di via IV Novembre e’ stata minata dalle posizioni dei consiglieri che, si sono alternati nella discussione alquanto accesa mentre fuori i cancelli di Palazzo D’Aimmo i sindacati protestavano a piena voce. Una protesta globale sia dentro che fuori il palazzo a quanto, si legge sulla stampa locale, non ha ottenuto al riscontro, in quanto, il numero uno di via Genova si e’ detto inamovibile sulle proprie posizioni, anzi ha rilanciato la palla al centro campo accusando tutti, e in special maniera chi aveva votato la mozione firmata dalle opposizioni e dai dissidenti della destra.
Una situazione alquanto incandescente che ha messo in fibrillazione l’ambiente regionale che e’ minato da chi imperterrito continua a non capire che la sanita’ e’ uno pilastri del sistema Molise.
Sanita’ che, da tempo mostra crepe insanabili tant’e’ che molte strtture rischiano la chiusura non solo perche’ obsolete ma per la mancanza di medici che non rispondono ai vari avvisi concorsuali.
Sanita’ che, allo stato attuale e’ caratterizzata da una vistosissima h non rossa ma nera, anzi nerissima che, se le cose non dovessero regolarizzarsi costringerebbe i molisani a dover ricorrere a strutture sanitarie esterne con un aggravio di spese, ma questo evidentemente chi siede nella stanza dei bottoni poco importa.