Buongiorno a tutti, ringrazio gli organizzatori e la Consigliera regionale di Parità Pina Cennamo per questa manifestazione così ricca e per avermi invitato a partecipare ai lavori di una mattinata di cui il Comune di Campobasso è parte integrante. Ringrazio la bravissima Giovanna Mezzogiorno per aver raccolto l’invito e per partecipare a questo confronto. È un onore per me e un piacere rivolgermi a così tante donne. Non mi capita spesso di avere un pubblico ampiamente rappresentato da signore e giovanissime con cui poter parlare delle mille sfaccettature che contraddistinguono l’universo femminile che muta repentinamente, che si evolve, che guarda avanti. Di quell’universo femminile che lavora sodo per raggiungere traguardi, soprattutto in alcuni settori dove occorre ancora uscire dal cono d’ombra. Un messaggio il mio, chiaramente rivolto a tutta l’assemblea, perché la questione femminile non riguarda solo le donne. L’emancipazione è una storia che parte da lontano, che affonda le radici in anni difficili, e in gloriose conquiste a cui ognuno di noi può e deve ancora contribuire, quotidianamente, attraverso azioni mirate affinché la vostra determinazione, preparazione ed efficienza possano trasformarsi in posizioni concrete. Il rispetto delle donne dovrebbe iniziare pensando che ognuno di noi è stato tenuto in grembo per nove mesi e partorito da una donna, da qui parte quella naturale visione di parità che rende inammissibile la spaventosa assenza che si percepisce in molti ambiti. E basta guardarsi intorno per rendersene conto. Siamo nel 2018 e viviamo in un Paese civile all’interno di un continente altrettanto civile e progredito, ma certe conquiste appaiono ancora molto lontane a volte per ragioni inspiegabili, altre volte per colpa di una società che ha una visione troppo ristretta che non si fida o che peggio ha paura di chi potrebbe raggiungere prima e meglio certi traguardi. Forse però bisognerebbe cercare di rivedere i rapporti tra i due sessi, ricostruire quell’immagine che uno ha dell’altra e viceversa. Ridisegnare una società che ha bisogno di essere vissuta e raccontata da più voci. Apprezzo le battaglie portate avanti dall’universo femminile, ne condivido le motivazioni.
Motivazioni che devono unirci perché credo che ognuno di noi possa concretamente imparare tanto dall’altro e perché sono convinto che non bisogna mai tirarsi indietro pensando che ci sia qualcun altro a combattere per un fine che ci riguarda tutti da vicino. Ognuno di noi deve fare la propria parte, ognuno di noi deve essere pronto a difendere una posizione che in realtà non ci sarebbe nemmeno più nemmeno bisogno di difendere. Dobbiamo sforzarci tutti di guardare aldilà della siepe per meglio leggere e comprendere la nostra realtà. L’amministrazione che rappresento ha sin da subito preso in grande considerazione la questione femminile e le pari opportunità. E lo ha fatto grazie all’ampia rappresentanza delle donne, mai vista prima, e che va al di là della normativa: abbiamo 4 consigliere e altrettante assessore. Grazie a loro lavoro, e ad una sensibilità generale, abbiamo messo in campo una serie di iniziative volte alla valorizzazione della figura femminile e delle Pari opportunità nello specifico. Comincio con il ricordare l’inserimento nello Statuto del Comune di Campobasso della Consulta Femminile e delle Pari Opportunità, un organo consultivo e propositivo che, partendo da una analisi dettagliata sulla condizione femminile nel territorio comunale, potrà elaborare proposte e progetti volti a sviluppare la cultura delle pari opportunità e a promuovere la partecipazione attiva delle donne alla vita pubblica e politica, in attuazione del principio di eguaglianza sancito dall’art.3 della Costituzione.
Penso poi ai mille progetti che abbiamo avviato nelle scuole per inculcare il rispetto delle donne già tra i ragazzini perché è da piccoli, e attraverso un’azione sinergica con le famiglie, che si va ad incidere sulla costruzione di valori che diventano le fondamenta di ogni essere umano. E di ogni essere umano civile. In questi circa quattro anni di amministrazione abbiamo cercato attraverso vari settori e forme d’arte di dare alle donne, alla loro tutela e alle pari opportunità ruoli primari, così come è giusto. Penso al recital interpretato da Paola Gassman che ha percorso un viaggio emozionante e poetico nella dimensione della donna, con tappe significative suggerite da memorie personali e intime: con una scelta di autori da Dante a Baudelaire, da Alda Merini a Madre Teresa di Calcutta, penso ai film a tema che abbiamo proiettato in varie occasioni. E un ringraziamento va ancora alla nostra ospite Giovanna Mezzogiorno che nei suoi personaggi ha saputo ben interpretare l’universo femminile. Penso anche ad iniziative in cui abbiamo affrontato tematiche molto delicate legate alle malattie, con giornate di prevenzione in piazza, alla disabilità portando sul palco Antonella Ferrari madrina Aism oltre che attrice. Abbiamo parlato delle donne nella storia, e ricostruito le battaglie femministe degli ultimi 40 anni. Grande successo anche per la rassegna Parole che uccidono. Abbiamo raccontato la storia di una donna vittima dalla ‘Ndrangheta, Lea Garofalo, direttamente dalla voce della sorella Marisa. In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si sono promosse giornate di contrasto alla violenza di genere e ad ogni forma di discriminazione, abbiamo intitolato un parco proprio alle donne vittime di violenza, ci siamo impegnati a intitolare alle donne sempre più piazze e strade, e proprio oggi intitoleremo un parco all’8 Marzo, nella zona di via Benedetto Croce, simbolo della battaglia e della conquista.
Iniziative che rientrano in una rete di attività per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione femminile che è finita anche sotto la lente dell’Osservatore Romano che ha indagato sulla condizione delle suore spesso sfruttate, malpagate per tutti i lavori che svolgono all’interno degli ambienti religiosi, della scuola, degli ospedali. Una vita che le suore hanno scelto senza alcuna costrizione ma che mette un grande punto interrogativo su una fetta di donne su sui mai nessuno aveva fatto luce e che oggi ci spinge a riflettere come a riflettere ci spingono i dati che emergono dal primo anno di attività del primo centro antiviolenza e della prima casa rifugio del capoluogo e di tutto il Molise che con orgoglio ricordo a questa platea di aver aperto per dare a donne di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali il sostegno per poter uscire dal tunnel della violenza offrendo loro un servizio nel quale rifugiarsi insieme ai figli e quel sostegno legale, psicologico e medico di cui hanno bisogno quando provano a svegliarsi dall’incubo. È una conquista per questa amministrazione ma soprattutto per tutte le donne
Intanto vi do appuntamento per questo pomeriggio alle 16,30 in via Benedetto Croce per la cerimonia di intitolazione del parco all’8 Marzo e alle 18 nella sala consiliare del Comune per l’incontro dibattito dal titolo “Voci che non conoscono il singolare”. Vi aspetto e buon 8 Marzo.
Il Sindaco della Città di Campobasso
Antonio Battista