Come da calendario abbondantemente pubblicato sia dalla stampa locale che nazionale lunedì dodici la campanella tornerà a suonare anche per gli studenti molisani. I quali, quest’anno dovranno vedersela nuovamente con le “distonie” del sistema che vede contrapposti genitori, insegnanti e amministratori. Infatti, è di queste ore la notizia, riportata dai vari organi d’informazione che le scuole del capoluogo di regione riapriranno con un grosso punto interrogativo: quello della sicurezza, tant’è che sono in corso riunioni e soprattutto richieste ben precise sulla sicurezza dei luoghi di studio. Sempre dalla stampa apprendiamo che uno dei poli scolastici della città, quello di via D’Amato, il 12 non vedrà l’ingresso degli alunni, perché inagibile ma soprattutto perché verrà abbattuto con conseguenze che riaprono una questione che si trascina dallo scorso anno scolastico, il che è inammissibile. A tal riguardo registriamo che nella giornata di ieri si è svolto un ennesimo faccia a faccia tra comitato dei genitori e amministratori comunali che hanno dato quale soluzione il trasferimento temporaneo dei ragazzi presso le aule del liceo scientifico “Romita” in via Facchinetti, soluzione che a quanto si è appreso non sarebbe bene accolta da chi deve accompagnare i propri figli a scuola. Su come andrà a finire, non spetta a noi dirlo, anche se dovremo essere informati in qualità di genitori, e fruitori dei servizi, almeno quelli che hanno i figli in età scolare. Come non bastasse un altro macigno, si è abbattuto sul mondo della scuola: è stata soppressa la corsa che porta gli studenti molisani a Villa Santa Maria, cittadina ai confini con l’Abruzzo dove ha sede l’Istituto Alberghiero che molti hanno scelto quale coronamento del percorso scolastico prima del grande salto nel mondo del lavoro, premettendo sempre che lavoro non c’è. Incognite che denotano forse “la non giusta attenzione” nell’affrontare problemi che sono molto più grandi di quelli che si è abituati ad affrontare. Incognite che pendono come tante spade di Damocle su amministratori e, se le cose dovessero rimanere irrisolte, mettono davanti all’evidenza che “gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare” come diceva Gino Bartali.
Un qualcosa di talmente serio che, sempre a nostro modesto giudizio, quello di cronisti di provincia, mostra come si dedica sempre più tempo ai problemi meno seri come i litigi per la supremazia nei palazzi del potere. A questo punto qual è la ricetta giusta? Certamente sarebbe quella di ricostruire, anche perché i fondi ci sono, ma purtroppo è tardi per poter fruire in tutta tranquillità del patrimonio scolastico-abitativo. Ricostruire e non fomentare ancora di più asti, ripicche tra fazioni che ora più che mai servono solo a creare scompiglio a danno delle nuove generazioni che dai banchi di scuola chiedono soluzioni definitive e non palliativi buoni solo a non scrivere la parola fine ad una questione che a quanto pare si trascinerà ancora per molto tempo.
Massimo Dalla Torre