Un finanziamento sotto forma di contributi con criteri che non garantivano la concorrenza e il pluralismo dell’informazione; probabilmente queste sono state le motivazioni che hanno indotto il Tar Lazio ad accettare il ricorso presentato dagli avvocati Margherita Zezza, Massimo Romano e Pino Ruta per conto di alcune emittenti televisive locali e teso alla rimodulazione più equa delle sovvenzioni pubbliche.
E’ accaduto che il Ministero competente abbia stanziato circa 100 milioni di euro ripartendoli però come segue: 95%della somma alle prime 100 emittenti in graduatoria e 5% alle restanti 160 aziende televisive. Alla luce della decisione del Tribunale amministrativo ora il dicastero dovrà richiedere la restituzione dei contributi incassasti dalle emittenti in eccesso e provvedere a spalmarli in maniera più equa tra gli aventi diritto, sanando una dispartirà di fatto; ciò per i finanziamenti del 2022 e peraltro come avvenuto già per quelli degli anni 2016/2017.
Successo, quindi, per l’iniziativa del noto studio legale molisano e soddisfazione da parte delle emittenti che adesso avranno accesso ai contributi spettanti secondo criteri di maggiore equità.
Il ‘caso’ era stato anche messo in luce dal presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti del Molise, Vincenzo Cimino e dal Vice presidente Cosimo Santimone, oltre che da alcuni altri colleghi innanzi al Cnog e da loro evidenziato come fosse ingiusta la norma del riparto TV e nello specifico la famosa ‘quota 95% del fondo Muse per le prime 100 emittenti.
La norma di fatto tagliava fuori il Molise e le piccole testate.
SI può dire che il Tar Lazio abbia dato ragione al Molise.
(s.m.)