Un incontro per discutere sulla figura del giornalista Giancarlo Siani a trent’anni dalla sua morte, assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985 sotto casa nel quartiere napoletano del Vomero, mentre rientrava nella propria abitazione dopo una giornata di lavoro. Il cronista del ‘Mattino’ indagò, nelle sue inchieste, tra gli intrecci tra politica e criminalità organizzata, scoprendo le connivenze che si erano create dopo il terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia, per la gestione degli appalti pubblici, nell’ambito della ricostruzione delle aree devastate, tra i politici di Torre Annunziata e il boss Valentino Gionta.
Se ne parlerà a Campobasso, nell’aula ‘Enrico Fermi’ della Biblioteca dell’Università degli Studi del Molise, lunedì 30 novembre 2015, a partire dalle ore 12.
L’evento, rientrante nel tema “Criminalità organizzata, territori, giornalismo” è stato organizzato dal Comune di Campobasso con l’assessore alla Cultura, Emma de Capoa, e il presidente della Commissione cultura, Giovanna Viola, col patrocinio dell’Università degli Studi del Molise.
Interverrà Paolo Siani, medico, presidente della Fondazione “Polis vittime innocenti della criminalità organizzata”, fratello del giornalista barbaramente assassinato dalla camorra, colpito alla testa da dieci proiettili.
Ad aprire la mattinata, alle ore 12, prima dell’intervento di Paolo Siani, saranno il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, e il Rettore dell’Unimol, Gianmaria Palmieri.
A introdurre l’argomento “A trent’anni dalla morte di Giancarlo Siani” sarà il professor Gabriele Paci, docente del laboratorio di scrittura giornalista dell’Unimol.
Alle ore 15 il secondo momento della giornata con il momento di confronto “Raccontare le mafie. Sfide, difficoltà, opportunità nella comunicazione contemporanea”.
Introdurrà Lorenzo Scillitani, presidente del corso di studio in Scienze della Comunicazione, interverrà Danilo Chirico, giornalista, autore con Alessio Magro di “Dimenticati. Vittime della ‘Ndrangheta” e “Il caso Valarioti”. Le conclusioni saranno affidate all’assessore alla Cultura del Comune di Campobasso, Emma de Capoa.
“Prosegue l’impegno di questa amministrazione – le parole dell’assessore Emma de Capoa – sui temi della legalità, portando all’attenzione coloro che hanno pagato con la vita la propria battaglia contro la criminalità organizzata. Il giornalista Giancarlo Siani deve essere un esempio per le giovani generazioni, per questo abbiamo pensato all’Unimol per questo momento di confronto, per il suo coraggio di scrivere quanto stesse accadendo nella sua terra, senza aver paura della camorra. È significativa una sua definizione di giornalista, il suo mestiere: ‘La criminalità, la corruzione non si combattono soltanto con i carabinieri. Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti. E allora quello che un giornalista “giornalista” dovrebbe fare è questo: informare’. Lui questo faceva, permetteva alle persone di conoscere la realtà dei fatti, quello che un cronista serio, in ogni luogo d’Italia, dovrebbe fare, senza permettere che nessuno possa, pur solo idealmente, censurare, la propria libertà di espressione”.