La decisione votata all’unanimità a Bogotà, dai rappresentanti di 24 paesi nel corso dell’apposita riunione del Comitato Intergovernativo dell’Unesco, di far entrare la transumanza a far parte dei tesori dell’umanità, iscrivendola nell’elenco di ciò che è considerato patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, ha reso finalmente merito al lavoro di tanti anni condotto da chi la transumanza la pratica da sempre contribuendo a tenere vive tradizioni e storia del territorio molisano.
Il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, nel commentare la notizia giunta nella serata di mercoledì 11 dicembre, ha voluto ricordare innanzitutto l’operato di chi, in questi anni, ha speso tutte le proprie energie per ottenere questo riconoscimento utile all’intero territorio regionale e alla sua memoria storica.
“La famiglia Colantuono e chi l’ha sostenuta in tutto il percorso intrapreso per ottenere questo riconoscimento, – ha dichiarato Gravina – ha consegnato all’umanità una memoria radicata sui territori, tra le popolazioni, una memoria itinerante capace di unire terre e genti lontane tra loro, – basti pensare che il riconoscimento è stato possibile anche grazie al partenariato che ha visto unite zone d’Italia che vanno dalla Alpi al Meridione – rendendole protagoniste di una storia in continua evoluzione e che allo stesso tempo possiede dei riferimenti forti, imprescindibili e fruttuosi per quelle che sono state le generazioni passate e per quelle che saranno le generazioni future. Proprio in questo senso, – ha precisato il sindaco di Campobasso – l’impegno delle figure istituzionali e amministrative a supporto della valorizzazione costante della transumanza come delle altre forme di patrimonio immateriale presenti sul nostro territorio regionale, penso ad esempio ai Misteri del Di Zinno, deve servire a innescare processi di riconoscibilità della nostra cultura e della nostra storia che vadano ben oltre i confini regionali.”