Il sindaco di Campobasso, con una specifica ordinanza sindacale, ha stabilito il ripristino della facoltà concessa dall’art.67, comma 2°, del Regolamento di Polizia Mortuaria comunale, circa l’accesso alle concessioni di sepolture individuali per persone ancora in vita, in avanti con l’età.
Lo scorso 20 dicembre 2019, con un’altra ordinanza sindacale, il sindaco, nel prendere atto della eliminazione delle cause ambientali che avevano indotto l’inutilizzabilità delle sepolture insinuate nei Settori 1 e 2 (attualmente rinominati come 1 e 3 di Viale delle Campanule), aveva autorizzato la Soc. Dondi a rilasciare concessioni per l’uso dei loculi, solo limitatamente ed esclusivamente nei casi di avvenuto decesso.
“Avendo rilevato – spiega il sindaco nella sua nuova ordinanza numero 19, del 24 giugno 2020 – che anche le sepolture inserite nei settori 5-7 di Viale delle Campanule (ex 3 e 4) sono state recuperate e preservate per cui si è avuto un incremento della disponibilità di sepolture individuali che permette, a questo Comune, di poter allentare le restrizioni in precedenza adottate per scongiurare situazioni di emergenza sanitaria ed essendo cessato il periodo emergenziale relativamente alla diffusione epidemiologica da Covid-19, si ritiene che le attuali condizioni di disponibilità permettono l’accesso alle Concessioni alle persone ultra settantacinquenni ed a quelle “portatrici di malattie progressive e/o terminali.
”Il sindaco Gravina ha così disposto, con questa nuova ordinanza, il ripristino dell’applicabilità della facoltà concessa dall’art. 67, comma 2°, del Regolamento di Polizia Mortuaria Comunale, circa l’accesso alle concessioni di sepolture individuali per persone ancora in vita ma più avanti con l’età, stabilendo che la predetta età di accesso possa riferirsi a tutte quelle persone aventi una età superiore a 75 anni. Si estende tale facoltà di poter far ricorso a concessioni in vita, a tutte quelle persone affette dapatologie croniche degenerative, irreversibili e ad evoluzione infausta, il cui stato dovrà essere comprovato da apposita certificazione sanitaria all’uopo rilasciata dagli organi competenti, dando atto che verranno garantite le norme sulla privacy previsti dalla normativa nazionale.