Il sindaco Battista e il presidente del Consiglio ricordano le vittime della tragedia di Marcinelle

Una storia di emigrazione e di duro lavoro come tante finita in una tragedia come poche. Sessant’anni fa l’orrore nel buio della miniera di Marcinelle, in Belgio. Lì, in quel giacimento di carbone Bois du Cazier, alle 8,10 dell’8 agosto del 1956 fu l’inizio della fine. A quasi mille metri di profondità due carrelli rimasero incastrati in una gabbia e risalendo provocarono il distacco di una trave che cadde tranciando due cavi elettrici e i tubi di olio e aria compressa: l’incendio fu inevitabile. Un inferno di fuoco e fumo ovunque. Delle 274 persone intrappolate nella miniera, 262 persero la vita. Il prezzo più alto lo pagò l’Italia: 136 i nostri connazionali che morirono intossicati o divorati dalle fiamme. A tutti loro, alle loro mogli e ai loro figli va il nostro ricordo in questa giornata in cui si comemorano le vittime di Marcinelle, il nostro pensiero abbraccia in special modo i sette molisani (Liberato Palmieri nato l’11 febbraio 1920 a Busso, Francesco Granata nato il 9 gennaio del 1916, Michele Granata nato il 27 ottobre 1913 e Michele Moliterno nato l’11 maggio 1917 tutti e tre di Ferrazzano, Felice Casciato nato il 23 settembre 1912 e Francesco Cicora nato il 1 novembre 1908 a San Giuliano di Puglia e Pasquale Nardacchione nato il 16 aprile 1930 a San Giuliano del Sannio). Uomini, poco più che ragazzini, che partirono dai loro piccoli paesi in cerca di fortuna e che si ritrovarono a scavare carbone in Belgio, lontano dalla loro terra e dai loro affetti, pur di mantenere le loro famiglie. Un esempio di vita, di coraggio e di grande responsabilità che non vogliamo e non possiamo dimenticare, perché quella di Marcinelle è una tragedia legata alla mancanza di sicurezza sul posto di lavoro ma legata anche alla storia della nostra emigrazione, al bisogno di tanti papà molisani costretti a lasciare l’Italia per costruirsi un futuro e una vita migliore tanto per loro quanto per i loro figli. Un sogno che, per i 136 italiani e i loro sfortunati colleghi, divenne un incubo senza uscita a mille metri sotto terra, nella miniera Bois du Cazier. Il ricordo delle vittime di Marcinelle deve però essere anche un monito al fine di rafforzare la sicurezza sui posti di lavoro. Una commemorazione, quella dell’8 agosto, che diventa il modo più vero e sentito per garantire la dignità di chi ogni giorno opera con senso di responsabilità in un mondo, quello occupazionale, sempre più complicato. Amministratori e istituzioni insieme impegnati in una missione comune: annullare il rischio che simili tragedie possano ripetersi ancora oggi.

Commenti Facebook