In un posto sul proprio profilo facebook il ragazzo, studente, risultato positivo al tampone covid 19 racconta la sua versione e cosa è successo:
“Volevo che fosse rispettata la mia privacy ma evidentemente non è stato possibile. Vi racconto tutto. Il 1 marzo sono stato a Milano per motivi di assistenza ad un ammalato, il 2 sono rientrato. Al rientro ho subito segnalato al numero predisposto e ho seguito il protocollo che è solo di segnalarsi e l’ho fatto, la chiamata è registrata peraltro, inoltre per precauzione personale, perché non è in protocollo ho ridotto al massimo i contatti che sono stati tutti ricostruiti, Inoltre da venerdì 6 sono stato totalmente isolato nella mia camera perché era tornato un mio familiare sempre da Milano. Dal 2 marzo ho ridotto al minimo i contatti con tutti. Ho solo prestato servizio di volontariato proprio per COVID-19. I contatti considerati stretti sono solo i miei famigliari che sono già in isolamento fiduciario. Ma ho segnalato anche contatti non diretti all’ufficio sanità e da domani sarà proposto a tutti l’isolamento fiduciario proprio per precauzione.
Specifico che non ho frequentato nessun locale e nessun ristorante e non sono stato in pubblico proprio per precauzione anche se non era in protocollo.
Ieri ho avvertito malessere e febbre, e prima ho chiamato il 118 che mi ha diagnosticato solo ansia, poi visto che avevo la frequenza cardiaca altissima sono andato in ospedale. Qui il pre-triage (la tenda) purtroppo non funzionava e ho dovuto necessariamente rivolgermi al triage (sono entrato indossando doppia mascherina presupponendo che avessi una patologia infettiva dati i sintomi).
Ora sono ricoverato, da ieri sera sono in una camera da solo in attesa che mi senta meglio. Al momento i sintomi sono lievi ma ho preferito farmi isolare e segnalare i contatti proprio in difesa della collettività. Io credo sinceramente che il contatto a rischio sia stato il 5 con il mio famigliare che è tornato e non il 1 marzo. Ma per precauzione stiamo partendo dal 1 marzo con il tracciamento dei contatti.
Avrei potuto rimanere a casa con la diagnosi di ansia ieri sera e farmi due giorni a letto con la febbre, ma ho preferito approfondire. La reazione della popolazione è stata aggressiva e spropositata. Non mi esprimo su chi ha fatto circolare la notizia, professionisti della nostra comunità che hanno soltanto alimentato il pettegolezzo.
Ripeto e riassumo, io sto bene. I contatti stretti stanno tutti in isolamento stretto. I contatti indiretti stanno in isolamento fiduciario.
Aggiungo solo una cosa. È vero che sono il primo caso confermato a Campobasso ma è praticamente scontato che il virus stia già circolando ampiamente da settimane soprattutto perché nei giovani potrebbe presentarsi con pochi sintomi. Nel mio caso io mi sono allarmato perché mi sono misurato la frequenza cardiaca e sapevo che non era normale anche con la febbre bassa. Molti pazienti seguono solo le indicazioni telefoniche e passano l’infezione tranquillamente a casa.
Anche se la mia unica preoccupazione dovrebbe essere curarmi e guarire resto a disposizione per chi avesse ulteriori dubbi”.