In discussione stamani durante il Consiglio comunale di Campobasso l’ormai famoso “Master Plan” e la questione delle sedi regionali. Consiglieri presenti, sindaco pure con l’aggiunta del governatore Frattura e del Consigliere delegato Cotugno. Un punto di incontro tra maggioranza e minoranza è il fatto che bisogna razionalizzare, concentrare le sedi regionali e rivedere il piano urbanistico del capoluogo. Sulle sedi regionali però ci sono versioni discordandi, come ad esempio Coralbo di Costruire democrazia che vedrebbe una sede unica regionale all’ex mattatoio, in periferia in prossimità dello svincolo per Termoli, e come Massa , PD, che ivece reclama la centralità delle sedi regionali in centro. Il Sindaco Di Bartolomeo invece ha affermato che il Master Plan è satto presentato, discusso ed approvato con l’e Governatore Iorio, per cui si dovrebbe continuare su quella linea, invece il governo attuale sta tornando indietro. “Di una sede unica regionale, si è iniziato a parlare già dagli anni ’80, sono seguite una serie di proposte, dilungatesi negli anni, ma non si è mai arrivati ad una soluzione. – inizia così l’intervento il Consigliere regionale Cotugno -.
La prima proposta di master Plan era una idea rivoluzionaria, ambiziosa all’epoca venne fatto anche un concorso internazionale, le esigenze sono mutate, quel master Plan ad oggi non è valido, è ovvio che l’urbanistica della città è competenza del Comune, è il Consiglio comunale che deve decidere. La Regione ha comprato il Romagnoli, ha comprato con i fondi Fas l’ex Roxy, con la finalità precisa di fare la sede unica regionale. Al 28/11/2005 l’accordo di Programma fu sottoscritto, ma poi non è seguito nulla. La Regione con delibera 30/12/2010 rivede e abbandona quella strada, il nuovo accordo di programma con quella delibera prevede la sede del Consiglio sull’area dell’ex Roxy per 5mila metri quadrati, la Presidenza della Giunta per latri 8mila metri quadrati. Io ritengo che oggi la Regione Molise non può più permettersi il lusso di continuare a pagare oltre 2milioni all’anno di fitto, in sedi non adeguate, con assenza di certificazione antisismica, e deve necessariamente andare avanti per la realizzazione di una sede regionale. Personalmente non dovrebbe essere portata fuori dalla città, ma credo vada mantenuto al centro della città il polo regionale.Dopo che è stato recuperato l’edificio di via Genova, oggi Palazzo Vitale, l’ex Gil, e Via Elena dove hanno sede i lavori pubblici, credo che il grande fabbisogno di spazi della Regione Molise non siano più quelli di una volta. Questa è una straordinaria occasione per valorizzare e riorganizzare la città. Su queste basi un accordo tra le esigenze del Comune e della Regione sia fattibile”.
” Non eravamo entrati in merito all’accordo di programma votato dal Consiglio comunale nel 2012 perchè l’idea di valorizzare esclusivamente il patrimonio pubblico ci sembrava la strada più corretta da percorrere, l’area di proprietà regionale, in grado di ospitare tutta l’attività regionale era stata individuata in quella di Selva Piana. Ma dall’insediamento ad oggi qualche fatto nuovo è accaduto. – dichiara il governatore Frattura – La prima cosa è stata la ipotesi di cessione del patrimonio demaniale a favore delle regioni ed enti pubblici a costo zero, ci siamo candidati per acquisire sia la Caserma Pepe di Viale Elena sia i Fabbricati demaniali che corrispondono all’attuale assessorato all’Urbanistica, siamo in attesa della decisione del Demanio. Ancora con l’adesione al decreto legislativo 101 fino al 2016 la pianta organica della Regione diminuisce, in termini numerici dei 750 dipendenti su Campobasso, secondo le proiezioni di tale decreto, avremmo 580 unità lavorative, quindi circa 200 postazioni in meno. E’ venuta fuori poi la problematica della Protezione Civile, l’attuale sede non è agibile, per cui una ipotesi che stiamo vagliando è quella di concentrare il nucleo di Protezione Civile a Selva Piana. Un altro tema che abbiamo valutato è quello che non sarebbe opportuno delocalizzare il palazzo di governo e tutte le sue funzioni in periferia. Ci poniamo anche il problema della valorizzazione, per fare qualche esempio il Romagnoli, negli anni ottanta è costato 6 miliardi di lire, l’acquisizione del Roxy 7milioni 141mila euro, 172mila euro per la messa in sicurezza e demolizione delle tribune, 435mila euro sono la somma per l’attività amministrativa relativa al concorso internazionale di progettazione. La prima idea per lo strumento finanziario è quello del leasing in costruendo, che una volta finista l’aggiudicazione, ci da la certezza di tempi e costi senza gravare sulla regione e su possibili ritardi. Abbiamo stimato che per realizzare i 12/15 mila metri quadrati, da verificare, in tre anni saremo in condizioni non solo di realizzare l’opera ma anche di poterne già usufruire. Abbiamo abbandonato l’idea del concorso internazionale perchè non ci mette nelle condizioni di avere certezze, se poi ci interesserà avvieremo un concorso di idee aperto a tutti. E’ chiaro che il Roxy così non può rimanere, l’idea è quello di ottimizzare l’intera area”.