di Stefano Manocchio
Ora che anche il capannone ex-Sam ha trovato moderna collocazione, ospitando un supermercato e alcuni esercizi collegati sotto l’egida di un marchio di livello internazionale, l’ex-cinema Artiston rischia di rimanere l’unica grande struttura privata (l’ex-Roxy infatti è di proprietà della Regione Molise) incompiuta a Campobasso, nel senso che non ha né la destinazione d’uso che l’ha caratterizzata per decenni né ha visto la realizzazione di quella per la quale si è combattuta una guerra a colpi di carta bollata tra pubblico e privato. Tra le incompiute ‘private’ ci sarebbe in verità anche l’ex-cinema Modernissimo (che ha più o meno eguale riferimento proprietario), ma obiettivamente il valore, anche nel cuore dei campobassani, non è lo stesso.
Il braccio di ferro per la costruzione di un palazzo residenziale con annessi locali per attività commerciali al posto dell’ex-cinema Ariston di Campobasso risale alla notte dei tempi. Riassumiamo i passaggi temporali principali, come a suo tempo già fatto in precedenti articoli.
Per dirla in breve: proprietari e pubblica amministrazione si sono trovati su strade divergenti e contrapposte, con i primi interessati a permettere la costruzione di un elegante ma imponente edificio, con tanto di locali commerciali e le amministrazioni cittadine che si sono succedute negli anni su posizioni diverse e spesso contrastanti sull’oggetto del contendere. Ma in linea di massima queste ultime sono state sempre tese, se non ad impedirlo, almeno a limitare l’impatto urbanistico, visto il problema di spazi che interessa via Cardarelli, la difficoltà a reperire parcheggi in zona, le problematiche serie che un cantiere di grandi dimensioni andrebbe a creare in quel budello si strada, che però è vitale snodo del traffico nel centro del capoluogo di regione.
Come succede troppo spesso dalle nostre parti, dopo un clamore ‘periodico’ le notizie si sgonfiano e finiscono nel dimenticatoio; cosi il tanto amato ex-cinema cittadino rimane nello stato in cui era decenni fa, anzi neanche, peggiorando l’aspetto generale a causa dell’abbandono e dell’intervento del tempo e al momento non è cinema, non è palazzo residenziale di lusso o simil tale, non è centro commerciale, solo per citare le ultime due ipotesi accreditate, alternative a quella originaria. Nel mentre ci sono stati contenziosi, che hanno stabilito che il manufatto si può abbattere e ricostruire perché non ha valenza storica (anche se, fosse anche solo per evitare ulteriori lungaggini burocratiche e nuove guerre di carta bollata, i protagonisti potrebbero incontrarsi a metà strada, con una costruzione di cuabatura leggermente minore); ma tutto sembra fermo, non si vedono ruspe e impalcature e men che meno interventi di manutenzione e ristrutturazione.
Allora la domanda è una sola: che fine farà l’ex-Aritson?
Speriamo che anche questa volta il quesito non finisca nel vuoto.