Riceviamo e pubblichiamo da una nostra lettrice
Caro direttore,
Nell’augurare buon anno a lei e a tutta la redazione, desidero soffermarmi su un tema su cui si è ampiamente dibattuto, senza che si sia mai arrivati al dunque: la sanità molisana.La recentissima vicenda del nostro attuale commissario non è che la punta di un iceberg alto e molto accidentato.
In pochi sanno che quando si svolgono i cosiddetti tavoli tecnici fra il Ministero della Salute, il nostro relativo assessorato ed i suoi collaboratori, c’è una mancanza di conoscenza della realtà che fa spavento. Un esempio su tutti: in più di un’occasione il Ministero ha tuonato contro le nostre strutture private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale, adducendo il fatto che queste ultime escono sovente dal budget loro destinato, decretando un forte disavanzo per Stato e regione.
E che soluzione si pensa di trovare? Togliere le sovvenzioni a tali strutture! Posso essere anche d’accordo, ma tali burocrati sanno che la sanità pubblica in Molise -che dovrebbe essere l’alternativa- è praticamente un insieme vuoto? Se tu Governo centrale intendi tagliare un “ramo” poco virtuoso, si presuppone che conosca la situazione complessiva della regione. Se non la conosci perché hai esaminato solo degli asettici numeri e non ci hai mai messo piede, è bene che non ti pronunci, che faccia un salto dalle nostre parti e che poi, tornato a Roma, proponga soluzioni razionali ed attinenti al contesto.
Le tristissime vicende di pazienti deceduti per mancanza di strumentazioni mediche adeguate o insufficienti numericamente hanno semplicemente visto l’invio di ispettori ministeriali che, secondo parametri a noi sconosciuti, hanno riferito ad un dicastero il quale, fino a prova contraria, ha lasciato le cose come stanno, con tanto di indignazione da parte di famiglie che non vedono farsi giustizia e di altri pazienti costretti a varcare i confini regionali anche per banali accertamenti diagnostici.
Nessuno dei ministri o viceministri che si sono avvicendati nella travagliata vicenda politica italiana degli ultimi anni ha fatto capolino in Molise che, insieme alla Calabria, sale sul podio di una sanità colabrodo, e vi rimane strettamente ancorato.
E’ poco utile “gasarsi” per qualche intervento riuscito, qualche diagnosi azzeccata, qualche scoperta di rilievo, perché se l’humus è marcio, i pochi fiori che sono ancora in salute saranno destinati a soccombere anch’essi.
Se non cambia la mentalità, non cambieranno neanche i fatti.
Cordiali saluti
Marianna Pontelli