Con questo titolo-appello che in dialetto sarebbe apostrofato “taluorn”, torniamo ad attrarre l’attenzione su di un problema che, nonostante si cerchi di cambiare pagina, è ancora irrisolto. Un problema che necessiterebbe non un commento affidato alla retorica che, non gusta mai, bensì un commento incisivo, serio e approfondito. Il problema è quello del rilancio dell’ identità Molise. Connotato che ogni giorno di più sbiadisce. E’ Inaudito che per il rilancio della ventesima regione dello stivale, considerata un tempo oramai lontano punto di contatto ideale per coniugare le realtà produttive più disparate, ci si debba affidare ai “tavoli” quando oramai le posizioni da tempo sono delineate; ecco perché ogni commento è superfluo. Giorni addietro, rileggendo i dati sulla situazione economica del mezzogiorno, di cui a pieno titolo facciamo parte, forse, chiediamo scusa della formula dubitativa, abbiamo appreso con sconcerto come si suol dire che “siamo ancora a bocce ferme”. Situazione che lascia sgomenti e che avvalora con forza, qualora necessiti, quello che per anni siamo stati: “la cenerentola d’Italia”. Un problema senza soluzione perché, a questo punto permetteteci di scriverlo, anche se siamo sicuri, di non essere i soli, non c’è alcuna volontà di risolverlo. Un problema che fa gridare nel silenzio più assordante una rabbia all’indirizzo di chi dovrebbe agire e non agisce e che la dice lunga su come certe questioni, pur di portare vantaggi a pochi, anzi a pochissimi, puntualmente sono rinviate “sine die”. Un problema che attraverso i segnali che giungono dai settori che costituiscono il “sistema” si commenta da solo. Un qualcosa che ci convince sempre di più che “l’affaire Molise” è quanto mai scottante. Senza entrare nel merito, anche se ne avremo tutto il diritto, consentiteci in nome dell’intera collettività molisana di suggerire a chi di dovere di pianificare, programmare e soprattutto agire. Il tempo delle favole della buona notte è finito. Non siamo più disposti a farci dileggiare e prendere in giro specialmente in questo lunghissimo periodo pre-elettorale da chi considera il Molise, un “votificio” visto proprio le scadenze elettorali. Il Molise e i suoi abitanti sono stanchi di essere considerati “i servi sciocchi” pronti a subire la volontà di chi per ripicca personale cerca la rivalsa nei confronti di chi ha amministrato, tenuto conto che fino a qualche anno fa ha fatto parte di un meccanismo farraginoso che è aberrato e soprattutto combattuto con armi che non appartengono alla dialettica politica. Date un segnale forte. Soltanto così i malesseri che affliggono questa realtà – ne sono molti – potranno essere risolti e non procrastinati nel tempo. Fate sì che le speranze, non vadano vanificate. Soprattutto non fate chiudere le attese nelle valige di chi lascia il Molise per cercare risposte, certezze e non promesse che difficilmente si potranno mantenere, causa mancanza di volontà.
di Massimo Dalla Torre