Riceviamo e pubblichiamo
Dopo un incontro con i vertici ASREM i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fials, Confsal, Fsi-Usae e Rsu Aziendale hanno espresso in un documento tutte le criticità del caso rispetto alla sanità molisana, alla sua attuale struttura, ai LEA ed ai rischi per la tutela della salute dei cittadini.
Nulla da eccepire ovviamente sull’attenzione delle organizzazioni sindacali in merito al diritto alla salute dei molisani che da anni sta subendo un arretramento sul piano della prevenzione delle malattie e della cura delle stesse.
Condivisibili, anche se un po’ generiche, le proposte delineate nello stesso comunicato che si chiude ancora una volta con un banale presagio che riportiamo testualmente: “Auspichiamo che quanto da noi sopra evidenziato trovi finalmente le giuste e doverose risposte, altrimenti il declino del nostro sistema sanitario regionale, già segnato, diventerà irreversibile!”
Rimarcare le difficoltà presenti è utile così come delineare i rischi per il futuro, ma questo non è tuttavia sufficiente.
Poiché a noi, insieme a quella del lavoro e dell’occupazione e senza escludere altri problemi, la questione sanità sembra di particolare rilevanza per la qualità della vita e visto che da anni le proposte messe in atto da diverse associazioni di base sono arrivate forse solo ai timpani della classe dirigente a qualsiasi livello senza mai muovere un percorso di riflessione allargata per il superamento delle gravi difficoltà che il settore vive, pensiamo sia giunto il momento in cui le organizzazioni sindacali ed i vari comitati territoriali prendano atto della gravità della situazione esistente in ordine al confronto con il mondo politico ed i vertici delle istituzioni per immaginare una linea di azione diversa da quella dei semplici auspici.
Abbiamo grande rispetto per quanti in questi anni si stanno impegnando per la difesa dei diritti dei cittadini ed è con umiltà che ci permettiamo di ricordare a tutti, ma in particolare al mondo sindacale, che di fronte ai gravi problemi che vive la regione Molise in ordine ad una qualità della vita il cui livello sta rasentando il fondo non bastano più i documenti ed i comunicati stampa.
In un’assemblea pubblica del Forum per la difesa della sanità pubblica tenuta a Campobasso nella primavera del 2017 fummo promotori di una proposta che in quell’incontro, a parte qualche distinguo, ebbe un consenso pressoché unanime.
Parliamo del suggerimento di una giornata di sciopero generale nella regione contro le politiche del governo nazionale e di quello regionale sui temi della sanità e sulla crisi occupazionale che vive il Molise.
A distanza di un anno i percorsi della politica marciano senza timori verso il ridimensionamento delle strutture sanitarie pubbliche ed un rafforzamento dei servizi in convenzione che ci stanno portando verso una privatizzazione del sistema sanitario con tutte le difficoltà che soprattutto i cittadini meno abbienti vivono.
La crisi profonda che attanaglia poi il settore dell’economia e che sta di fatto progressivamente spopolando soprattutto il territorio delle aree interne richiede un passo decisivo dei sindacati che non possono accontentarsi delle manfrine degli incontri interlocutori, ma devono immaginare e programmare una forte azione di lotta sulla linea di quelle che si riuscivano a costruire negli anni settanta del secolo scorso.
Siamo consapevoli che in una realtà non sempre coscientizzata non è facile scegliere strade dirompenti, ma rimaniamo convinti che, insieme al lavoro di ricerca e di elaborazione di proposte alternative rispetto a quelle della politica, siano maturi i tempi per portare il popolo molisano ad una grande azione di lotta per i propri diritti quale può e deve essere appunto una giornata di sciopero generale in una regione che non può accontentarsi più di economia assistita, ma ha bisogno di una programmazione razionale del proprio futuro.
È chiaro che in tale direzione il sindacato non può essere lasciato solo, ma dev’essere supportato da tutti i movimenti che hanno a cuore il bene comune.
Se nella situazione così disastrosa come quella che vive il Molise non si è in grado di programmare una giornata di sciopero generale coinvolgendo tutte le categorie sociali per rivendicare alla regione il diritto ad una vita dignitosa per tutti, crediamo che il mondo sindacale dovrà fare qualche riflessione sull’attuale percorso di mobilitazione che da anni non riesce a muovere le linee di una governance delle giunte regionali che ci stanno portando ad una situazione gravissima.
Al di là delle critiche all’operato politico e di elaborazioni programmatiche alternative, noi pensiamo sia giunto davvero il momento di mobilitare studenti, lavoratori, disoccupati e cittadini in genere per un’azione forte di rivendicazione dei diritti sociali fondamentali.
Umberto Berardo