I disturbi gastrointestinali: prevenzione, diagnosi e cura. Convegno promosso dalla Fondazione “Giovanni Paolo II”

I disturbi più spesso lamentati dagli intervistati includono il bruciore di stomaco, la cattiva digestione, la diarrea e altri disordini intestinali, l’aerofagia e il meteorismo. Il 70 per cento della popolazione adulta è affetto da bruciori di stomaco, il 50 per cento degli uomini oltre i 60 anni da gastrite cronica, il 10 per cento da ulcera. Quest’ultima, tra i 20 e i 40 anni, è più frequente negli uomini che nelle donne. Anche se trent’anni fa il rapporto tra maschi e femmine con l’ulcera era di 20 a uno, mentre oggi si è ridotto a due contro uno, a causa tra l’altro dell’aumento delle donne fumatrici. Colpiti a livello gastrointestinale anche i più piccoli.

In uno studio su 82 bambini che avevano spesso dolori addominali gli esami clinici hanno rilevato la gastrite nel 60 per cento dei casi. L’argomento verrà affrontato nel corso del convegno promosso dalla Fondazione “Giovanni Paolo II” e dall’Associazione “Amici della Cattolica” in collaborazione con la Parrocchia “Mater Ecclesiae” di Campobasso il prossimo mercoledì 6 giugno alle ore 19.30 presso i locali della Parrocchia in via Svevo, 1 a Campobasso.

Relatore dell’incontro sarà Gianluca Spera, Responsabile dell’Unità di Endoscopia della Fondazione “Giovanni Paolo II”. Introdurranno i lavori il Direttore Generale, Mario Zappia, e la professoressa Giuseppina Sallustio, Direttore del Dipartimento Servizi. Ulcera e gastrite, ma non solo. Reflusso gastroesofageo, stitichezza, diarrea, nausea, gonfiore addominale, cattiva digestione, celiachia, colite, sindrome da intestino irritabile. Oltre alle malattie infiammatorie croniche dell’intestino (Ibd), cioè morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa, che colpiscono 200mila italiani.

Sono tutti problemi di competenza del gastroenterologo. Alcune patologie gastrointestinali infatti possono degenerare in tumore e questo tipo di neoplasie rappresenta una delle principali cause di morte nel nostro Paese. Ma si fa presto a dire gastrite. Spesso si abusa di questa parola, dopo un’autodiagnosi basata su bruciori di stomaco e cattiva digestione. La gastrite è un’infiammazione della mucosa dello stomaco causata da agenti che aumentano l’acidità o diminuiscono le barriere protettive, come lo stress, l’utilizzo di farmaci o l’infezione da Helicobacter pylori. Nella forma acuta i sintomi sono forte dolore e bruciore all’addome, nausea e vomito. In quella cronica si avvertono senso di pesantezza, bruciore, gonfiore addominale, digestione difficoltosa.

I sintomi della gastrite però sono aspecifici, non sono cioè riconducibili direttamente a questa patologia, che non è facile da individuare. Quando è opportuno fare la gastroscopia quindi? Nei casi in cui i sintomi insorti di recente si associano a calo di peso, difficoltà a deglutire o un’età sopra i 50 anni.
L’influenza dei fattori psicosociali sulle malattie dell’apparato digerente è fondamentale. L’ulcera ad esempio è stata considerata per anni la malattia psicosomatica per eccellenza. Di più: intestino e cervello si influenzano a vicenda, tanto che la teoria dei «due cervelli» è ormai universalmente riconosciuta.

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