Il 20 novembre, come ogni anno dal 1989, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Nonostante vi sia un generale consenso sull’importanza dei diritti dei più piccoli, si tengono incontri e convegni che spesso terminano con dichiarazioni d’intenti che restano tali nell’apatia più totale degli Stati.
Ancora oggi purtroppo molti bambini e adolescenti, in Italia, sono vittime di violenze o abusi, discriminati, emarginati o vivono in condizioni di grave trascuratezza. Nel “Belpaese”, 1 bambino su 7 nasce e cresce in condizioni di povertà assoluta, 1 su 20 assiste a violenza domestica e 1 su 100 è vittima di maltrattamenti. Uno su 20 vive in aree inquinate e a rischio di mortalità. Uno su 50 soffre di una condizione che comporterà una disabilità significativa all’età dell’ingresso nella scuola primaria, 1 su 500 vive in strutture di accoglienza. Più di 9 bambini su 10 non possono usufruire di servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita e 1 su 10 nell’età compresa tra i 3 e i 5 anni.
In Italia nel 2017 sono andati al nido solo 288.416 bambini, pari al 15,5% della popolazione sotto i tre anni. E la situazione nel Mezzogiorno è ancora più grave, se si considera che tutte le regioni del Sud si collochino sotto la media nazionale, come la Sicilia con appena il 5,8% dei bambini che ha avuto accesso al nido; la Puglia con il 4,4%; la Campania con il 2,7% e la Calabria con il 2,1%. Il rapporto “Save the Children” 2017, evidenzia che, il sistema organico di politiche per l’infanzia su cui il nostro Paese si era impegnato con la ratifica della Convenzione, non è stato affatto realizzato nel corso di questi anni per un’espressa mancanza di un adeguato impegno economico per le misure di tutela per l’infanzia.
A distanza di anni non esiste ancora un monitoraggio a livello istituzionale, manca una strategia nazionale e una visione di lungo periodo nell’allocazione delle risorse. Le carenze, tuttavia, non sono solo di tipo economico, ma anche di tipo politico e strategico di raccolta e coordinamento delle informazioni. Molte Regioni non forniscono i dati richiesti, come la Calabria che non ha aderito alla rilevazione, la Liguria e la Sardegna che hanno fornito dati discordanti rispetto ai criteri della rilevazione, l’Abruzzo che non ha inviato i dati sull’affidamento familiare. La Banca Dati Nazionale dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione è operativa soltanto in 12 Tribunali per i Minorenni sui 29 esistenti e ciò rende difficile garantire a ogni bambino la scelta della miglior famiglia, quantificare e monitorare la situazione dei piccoli che non sono adottati nonostante le tante famiglie disponibili.
Come Scuola di Legalità nella nostra analisi sul tema abbiamo individuato alcuni problemi che emergono nella tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. I principali nemici dei bambini sono senza dubbio alcuno la guerra e la povertà. A loro viene, di fatto, negato il diritto di nascere e di crescere pensiamo 300 milioni vivono in zone dove l’aria è tossica, mentre in 64 paesi un quarto dei bambini tra i 2 e i 4 anni non può giocare, cantare o leggere. In pratica non ha diritto all’infanzia. Altro problema di notevole rilevanza e poco affrontato è l’educazione violenta per bambini e adolescenti. La casa e la scuola dovrebbero essere i luoghi in cui ogni bambino trova rifugio e serenità. Purtroppo non è così. Secondo i dati Unicef raccolti in 30 paesi, 6 bambini su 10 di un anno di età sono regolarmente vittime di un’educazione violenta. Assistiamo a un aumento del fenomeno delle spose bambine, vittime di violenza e mutilazioni genitali. 15 milioni di adolescenti tra i 15 e i 19 anni hanno subito molestie o stupri. E nel 90% dei casi queste violenze non arrivano da uno sconosciuto.
I matrimoni precoci sono ancora una realtà difficile da sradicare: 63 milioni di ragazze e bambine subiscono mutilazioni genitali. In Italia cresce la povertà minorile, in termini reali si parla di 2.297.000 minorenni in povertà relativa e 1.292.000 in povertà assoluta. Altro problema di notevole rilevanza è quello dei minori stranieri non accompagnati. Nel 2017 oltre 100 mila migranti minorenni hanno attraversato il Mediterraneo, 26 mila erano minori stranieri soli. Questi minori diventano facili prede della tratta di esseri umani e di organi. Nonostante questi dati sconcertanti occorre lottare ognuno come può e avere speranza che ogni minore nel prossimo futuro possa realizzare i propri interessi e soddisfare i propri bisogni com’è giusto che sia in uno Stato moderno ed evoluto come dovrebbe essere il nostro.
IL COMITATO DIRETTIVO
Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise