Il Consiglio Comunale di Campobasso è tornato a riunirsi per la seduta di prosecuzione dei lavori intrapresi il 22 marzo scorso, trattando in apertura, la mozione presentata dal consigliere della Lega, Alberto Tramontano, riguardante il Piano Antenne e la richiesta fatta all’Amministrazione di bloccare i lavori di installazione in Contrada San Giovanni e Contrada Limiti di un ripetitore di telefonia mobile.
Il sindaco Gravina è intervenuto subito per chiarire quanto l’amministrazione abbia fatto in merito a questo tema.
“L’impegno che era stato assunto politicamente e che rivendico a nome di Giunta e Consiglio Comunale è stato rispettato, avviando per la prima volta nel nostro Comune un piano antenne per il quale sono state trovate le risorse che prima d’ora non ci si era preoccupati di trovare. Premesso ciò, le carte amministrative potranno documentare ampiamente come nella sua redazione il piano antenne abbia avuto delle tempistiche che hanno dovuto tener conto, dopo il bando di gara, di un ricorso prima e poi, nel momento in cui nell’ottobre del 2021 è stato firmato il contratto con l’architetto Turati per redigere il piano, di problematiche sorte con l’ARPA per la trasmissione di alcune informazioni necessarie per permettere alla società che si occupa di elaborare il piano, di portarlo a conclusione.
C’è confusione tra piano antenne e installazione dell’antenna. – ha aggiunto Gravina – Fu detto sin dalla riunione pubblica che il piano antenne una volta approvato, non potrà impedire nuove installazioni, ma solo garantire che le stesse siano maggiormente rispettose delle aree cosiddette sensibili, a tutela della salute pubblica. Giusto per far meglio chiarezza sul tema, voglio ricordare come proprio all’inaugurazione dell’anno giudiziario del TAR Molise di pochi giorni fa, è stata presentata, tra le pronunce significative dell’anno 2021, una riguardante proprio l’articolo 9 dell’attuale regolamento comunale per l’installazione e l’esercizio degli impianti di telecomunicazione per telefonia mobile, radiotelevisivi e di radiodiffusione, a dimostrazione che i ricorsi, in tal senso, sono già stati fatti dall’Amministrazione.”
La sentenza del Tar, Sez I, del 2 novembre 2021, 364 – Pres. Gaviano, Est. Scali, recita testualmente: “La previsione contenuta nell’articolo 9 del regolamento del Comune di Campobasso per l’installazione e l’esercizio degli impianti di telecomunicazione per telefonia mobile, radiotelevisivi e di radiodiffusione è illegittima nella parte in cui non considera le specificità tecniche e funzionali di tali impianti, e, ancor più segnatamente, manca di prevedere la possibilità di apportare deroghe ai limiti di altezza dei medesimi allorchè ciò sia necessario per garantire un’adeguata copertura di rete sul territorio comunale(fattispecie in cui l’impianto sarebbe dovuto indeclinabilmente sottostare, in ragione della sua collocazione, a un limite di altezza di mt. 7,50)”.
“Questa pronuncia del Tar – ha sottolineato il Sindaco – rimarca per l’ennesima volta come le antenne soggiacciono a una normativa nazionale privilegiata essendo ritenute opere di urbanizzazione primaria di interesse strategico, come peraltro in occasione dell’incontro pubblico dicemmo in modo chiarissimo. Come fummo altrettanto chiari nel dire espressamente, senza prendere in giro nessuno, come il piano antenne non è certo uno strumento che impedisce l’installazione delle antenne in modo generico, piuttosto mira, in primo luogo, a privilegiare l’eventuale installazione delle antenne su terreni pubblici, anzicchè privati, nel rispetto della norma nazionale, perseguendo la minimizzazione dell’impatto dei campi elettromagnetici sulla popolazione e sul paesaggio. Non può essere fatta passare l’idea di una mancata attenzione dell’Amministrazione verso una parte del territorio cittadino a dispetto di un altro, perché del resto, se si guardano i fatti e i documenti, davvero risulta chiaro che non è così.”
Nel corso di una programmata sospensione dei lavori del Consiglio, si è dato poi modo di intervenire in Aula consiliare agli Architetti del Comune, Paola Lozzi e Giuseppe Tucci, insieme ai rappresentanti del comitato di Contrada San Giovanni e Contrada Limiti, Lorenzo Cancellario e Massimiliano Marsella.
“Su tutta la città abbiamo tante antenne che si trovano sui tetti degli edifici e che raggiungono le medesime altezze di quella installata in contrada San Giovanni, – ha dichiarato l’architetto Lozzi – forse sono solo meno visibili, soprattutto in zona centrale. Dico questo – ha aggiunto l’architetto – per cercare di far comprendere come questa situazione abbia radici in tempi lontani, risale all’inizio degli anni 2000, con la legge regionale allora redatta sulla materia. Già in quegli anni bisognava prendere atto di ciò che stava accadendo. Oggi – ha aggiunto l’architetto Lozzi – ci troviamo in una situazione comune a tante città italiane. Due anni fa, al fine di fermare queste installazioni, la sottoscritta per conto dell’Amministrazione ha dato dei pareri negativi per bloccare due installazioni, ebbene le aziende si sono rivolte al TAR e, come ha anche detto il sindaco, il TAR gli ha dato ragione e siamo stati condannati a pagare anche le spese. Non avendo altro da poter opporre abbiamo dovuto rilasciare i pareri. Non è affatto facile bloccare i lavori, soprattutto perché ciò che davvero conta in questi casi è il parere che viene rilasciato dall’Arpa. Il sindaco è stato sensibile su questo tema volendo che la nostra amministrazione si dotasse finalmente di un piano antenne che è in via di scrittura e per questo i dati dell’Arpa sono essenziali. Nel giro di qualche mese il piano dovrebbe essere finalmente presentato.”
Sulle specificità del piano antenne della città di Campobasso che è in via di ultimazione e sulle difficoltà incontrate per redigerlo, è intervenuto l’architetto urbanista di Cremona Turati, professionista di lunga esperienza in questo settore, avendo iniziato a lavorare ai piani antenne di diverse città fin dal 1999.
“Per redigere un piano antenne – ha detto Turati – siamo abituati a partire dalla fotografia dello stato dell’arte, ovvero dai dati del catasto degli impianti esistenti, dalle tipologie d’antenne, dalle altezze, dall’orientamento e sullo stato dei campi elettromagnetici presenti sul territorio. La problematica principale riscontrata nella redazione del piano antenne sul territorio di Campobasso – ha poi precisato Turati – riguarda quello che è il reperimento necessario delle informazioni di base. Infatti, l’ARPA, purtroppo, non ha un catasto regionale degli impianti esistenti così come invece aveva l’obbligo di costituire come previsto dalla legge regionale. Alle nostre richieste, infatti, ha risposto che non ha nulla di digitalizzato come dovrebbe avere a norma di legge, ma solo qualcosa di cartaceo. Ciò ha allungato inevitabilmente i tempi di scrittura del piano antenne cittadino che è comunque in via di ultimazione.
Anche l’architetto Turati ha poi spiegato che: “Limitare non significa impedire, potremmo escludere alcune zone del territorio in particolar modo sensibili, ma la legge ci dice che gli unici due luoghi fisici in corrispondenza dei quali non è possibile installare antenne sono le scuole e gli ospedali. Ad oggi non è comunque possibile per le pubbliche amministrazioni congelare le installazioni.”
Al termine della discussione la mozione è stata bocciata dal Consiglio Comunale con 17 voti contrati, 3 astenuti e 6 voti a favore.
“Penso con tutta onestà che la mozione discussa oggi – ha dichiarato in conclusione del dibattito il sindaco – per due terzi sia stata già totalmente osservata e abbiamo voluto che intervenisse la parte tecnica, interna ed esterna all’Amministrazione, che ha ribadito chiaramente e in completa autonomia cosa è nelle possibilità di un’Amministrazione su questo tema. Abbiamo reso partecipi in Consiglio, come è giusto che sia, cittadini e Comitato su come si è operato. Avevamo per questo semplicemente richiesto che venisse emendata la parte della mozione presentata in Consiglio riguardante il terzo punto, perché chiedeva un atto che esporrebbe, nella consapevolezza di tutti, l’amministrazione a un procedimento nel quale è chiaro che risulterebbe perdente. producendo ripercussioni anche economiche sull’ente stesso.”