Grande e qualificata partecipazione all’evento sulla legge “Gelli” promosso dalla Fondazione “Giovanni Paolo”

La legge Gelli ha radicalmente cambiato il campo delle responsabilità medica, nell’ottica di offrire maggiori garanzie al paziente. Uno degli obiettivi è di ridurre il ricorso alla medicina difensiva e limitare l’utilizzo del processo penale solo ai casi nei quali esistano davvero i presupposti. Di tutto questo si è discusso stamane alla Fondazione “Giovanni Paolo II” di Campobasso. I maggiori esperti del settore si sono confrontati su “Legge Gelli e Sistema Nazionale delle linee Guida, genesi ed evoluzione della responsabilità professionale in sanità”.
Dopo i saluti del Presidente della Regione Molise, Donato Toma e del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Campobasso Demetrio Rivellino ha introdotto i lavori Mario Zappia, Direttore Generale della Fondazione “Giovanni Paolo II”. L’evento, coordinato dalla Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise, Pina Petta, è stato promosso dalla Fondazione “Giovanni Paolo II” in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati del Molise.
“Questa legge stabilisce che gli esercenti le professioni sanitarie si attengano alle raccomandazioni previste dalle Linee Guida” ha commentato Rocco Bellantone, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica “altra importante novità è l’obbligo di istituire un collegio peritale di cui facciano parte, oltre al medico legale, anche specialisti della materia oggetto del procedimento”.
“La riforma “Gelli” introduce sostanziali novità, mettendo in primo piano la sicurezza del paziente senza dimenticare il diritto del medico a svolgere la propria attività con serenità” ha ricordato Mario Zappia, Direttore Generale “abbiamo voluto organizzare questo incontro per offrire un percorso di alta formazione al territorio su un tema che coinvolge tutti gli operatori della sanità. Ringrazio gli eminentissimi relatori che ci hanno onorato della loro presenza”.
Una legge che rivoluziona il sistema sanitario nazionale rivedendo i rapporti fra medico paziente. “La legge infatti – ricorda il suo estensore – permette da una parte di tutelare il professionista, dall’altra il cittadino che avrà tempi certi di risarcimento in caso di malasanità”, ha ricordato Federico Gelli aggiungendo “Dal lato dei cittadini ci saranno maggiori garanzie di trasparenza, come il diritto ad avere dalla struttura sanitaria la propria cartella clinica entro soli sette giorni dalla richiesta. A questo si aggiunge l’istituzione di un Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria, non pignorabile, con il quale poter garantire i risarcimenti i cittadini in caso di sinistro. Dal lato degli esercenti viene esclusa la responsabilità penale nei casi di imperizia quando sono rispettate proprio le raccomandazioni previste dalle stesse linee guida”. Novità anche per l’azione di rivalsa: “dovrà essere esercitata dal pubblico ministero presso la Corte dei Conti – ha spiegato ancora Gelli – e, per la scelta dei consulenti tecnici d’ufficio, verrà richiesta, oltre ad una specializzazione nell’area sanitaria della disciplina interessata dal procedimento, anche un’esperienza in campo di mediaconciliazione”
Un ruolo centrale in questo progetto di legge è rivestito dalle linee guida che verranno elaborate da società scientifiche e istituti di ricerca accreditati e iscritti in un apposito albo presso il Ministero della Salute. Spetterà poi all’Istituto Superiore di Sanità la ‘certificazione’ di queste linee guida che verranno inserite all’interno di uno specifico repository dove potranno essere consultate per diventare punto di riferimento della pratica clinica.
“La responsabilità sulle Linee Guida conferita dalla legge all’Istituto ne riconosce la competenza scientifica, ma anche il ruolo di ponte tra scienza medica e cittadino” ha affermato il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità “L’Istituto dovrà verificare la conformità della metodologia adottata a standard definiti, la rilevanza delle evidenze scientifiche e infine la pubblicazione delle Linee Guida stesse nel proprio sito internet. Questa legge rappresenta anche lo spunto per migliorare l’organizzazione e la prevenzione, ma anche l’empowerment dei pazienti” ha spiegato ancora il professor Walter Ricciardi “si riconosce, infatti, un ruolo sempre più attivo ai cittadini, alle associazioni di pazienti, alle Società scientifiche e altri stakeholder nelle scelte di salute, permettendo loro di esprimere i propri commenti nelle fasi di consultazione previste per lo sviluppo delle linee guida”
Hanno presenziato all’evento anche, Maurizio Guizzardi, Presidente della Fondazione “Giovanni Paolo II” di Campobasso, e Giovanni Raimondi, Presidente della Fondazione “Gemelli” di Roma.
La legge Gelli – la Legge n. 24 del 2017 (“Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”, cd. “Legge Gelli”), in vigore dal 1° aprile 2017, ha ridisegnato molte regole in materia di responsabilità sanitaria in ambito sia civile che penale. In particolare, il provvedimento legislativo prevede una riduzione della sfera della responsabilità penale, escludendo la punibilità per imperizia quando siano rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida ovvero, in mancanza, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le stesse risultino adeguate alle specificità del caso concreto e l’inversione dell’onere della prova. Il nuovo assetto normativo enuncia un principio fondamentale: “la sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute ed è perseguita nell’interesse dell’individuo e della collettività”. In questo modo il legislatore fa sì che la sicurezza delle cure, che si realizza anche mediante tutte le attività relative alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie e l’utilizzo appropriato delle risorse strutturali, diventi parte costitutiva del diritto alla salute, assumendo quindi un vero e proprio valore costituzionale ai sensi dell’art. 32 Cost. Le legge Gelli istituisce una serie di nuovi organi che offrono al paziente maggiori garanzie in tema di sicurezza delle cure, come ad esempio il Garante per il diritto alla salute, funzione che le Regioni potranno attribuire all’ufficio del Difensore civico, disciplinandone la struttura organizzativa. Questo nuovo organismo potrà essere adito gratuitamente da ciascun soggetto destinatario di prestazioni sanitarie. A tale figura, si aggiunge poi il Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente, che dovrà essere istituito da ogni Regione senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Al Centro è affidato il compito di raccogliere i dati regionali sui rischi ed eventi avversi e sul contenzioso e di trasmetterli annualmente all’Osservatorio nazionale sulla sicurezza nella sanità, presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas).

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