“E’ imbarazzante promuovere Palermo come capitale della cultura per il 2018.
Cultura vuol dire scuola, servizi, impegno, abc della giustizia, condivisione e attenzione verso chi non ha nulla. A Palermo tutto ciò non esiste. In alcuni quartieri non si raccoglie neanche la spazzatura”. In questi termini si è espresso Giosuè Calaciura giornalista e scrittore palermitano, invitato a Campobasso per presentare il suo ultimo libro dal titolo “Borgo Vecchio”. Il racconto realistico di quanto accade in un’area metropolitana difficile, di disagio, di resistenza alla legge. Nel quartiere dove nascono gli scippatori bambini, che non sono necessariamente di Palermo, perché potrebbero collocarsi in qualsiasi altra città del Sud. Laddove esiste povertà, emarginazione, omertà e consapevolezza della tragedia. Qui Calaciura intreccia il destino dei bambini a quello degli animali in quanto a suo dire accomunati da simili suggestioni. Dallo stesso stupore, dalla stessa felicità. E la presenza di un elemento trascendente sta a rimarcare e forse ad avallare la triste condizione umana. “Un romanzo antico”, “oscuro”, dove non manca un messaggio di “salvazione”, quale speranza del futuro.
Rossella Salvatorelli