In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno, il Centro per Minori Stranieri di Campobasso, ha organizzato in questo sabato pomeriggio, nei locali della struttura, un incontro durante il quale i ragazzi ospitati hanno avuto modo di mostrare le proprie tradizioni con piccole esibizioni e preparando piatti tipici del loro paese.
Ospite del Centro per questo appuntamento, anche il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, che ha avuto modo di scambiare una serie di riflessioni sul tema dei rifugiati e dell’accoglienza, con i ragazzi e gli operatori della struttura.
“La pandemia ha reso complicata anche la vita di questi ragazzi e le attività dei centri che, sul nostro territorio, sono deputati ad accoglierli. – ha detto Gravina – Nonostante le difficoltà però, con la collaborazione di tutte le istituzioni, si è sempre riusciti a mettere in sicurezza ospiti e operatori e questo è un dato tutt’altro che sottovalutabile e che dimostra concretamente l’attenzione posta verso il tema dell’accoglienza e dei diritti alla salute dei rifugiati. Conflitti e persecuzioni costringono persone di ogni età a fuggire dalle loro case e la pandemia ha reso, in molti luoghi, ancora più forti le disuguaglianze sociali. A questi ragazzi che arrivano nel mondo occidentale dopo percorsi umani drammatici, va garantito il rispetto della loro dignità personale attraverso un’inclusione in ogni ambito sociale.”
La Giornata internazionale del rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite, viene celebrata il 20 giugno per commemorare l’approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati (Convention Relating to the Status of Refugees) da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ogni anno, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) seleziona un tema comune per coordinare gli eventi celebrativi in tutto il mondo.“Togheter we can to anything”, insieme possiamo fare qualsiasi cosa, è la frase con la quale UNHCR invita a riflettere, in questa giornata e non solo, su ciò che i rifugiati portano con sé, come bagaglio di competenze e valori, nella fuga, con coraggio e determinazione che possono arricchire le comunità ospitanti, diventando risorse preziose per la società e per il bene comune.