Giornata Internazionale della Salute, Battista: Salute non vuol dire concentrarsi solo sugli ospedali

Ringrazio chi ha voluto che anche a Campobasso, così come in tutta Italia e nel resto d’Europa, il 7 aprile, venisse celebrata la Giornata Internazionale della Salute per il miglioramento della sanità pubblica, comprese istituzioni, organizzazioni territoriali, amministrazioni presenti e quelle che hanno adottato il documento di adesione. Un ringraziamento ai tanti cittadini che, autonomamente hanno deciso di esserci per ribadire ciò che è parte della nostra carta costituzionale e che “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
L’Amministrazione comunale che rappresento crede fermamente in tale principio, sostenendo le ragioni della giornata e votando all’unanimità l’ordine del giorno di adesione.
Giornata di proposta e di riflessone per fare il punto su universalità e solidarietà, principi sanciti nella Costituzione e a cui si ispira il sistema del welfare. Valori compromessi dalla sforbiciata ai finanziamenti, dalla sperequazione sui territori, dalla disorganizzazione che si trascinano dietro la diminuzione dei servizi, il blocco delle assunzioni, i costi elevati per accedere alle cure e non da ultima la chiusura delle strutture a disposizione dei cittadini.
Pur nella chiarezza del dettato costituzionale, occorre dunque fare i conti con le risorse che abbiamo a disposizione, con gli obiettivi a cui bisogna mirare. Obiettivi che sono cambiati in seguito alle riforme sanitarie quasi mai gradite e che non hanno contribuito ad eliminare le diversità tra regione e regione, che non hanno uniformato il sistema sanitario generando invece pesanti differenze tra le varie realtà e anche all’interno degli stessi territori. Riforme che hanno accantonato l’idea solidaristica che è stata perno e cuore di quello che era uno dei migliori sistemi sanitari al mondo. E purtroppo insieme all’idea solidaristica sono state abbandonate le persone perdendo di vista anche il mutuo soccorso tra le realtà che stavano meglio e quelle che stavano peggio abbandonando per sempre quell’idea di universalità.
La giornata che abbiamo vissuto è stata un’occasione per promuovere la sensibilizzazione su argomenti cruciali che interessano la comunità internazionale e locale e la promozione di idee a medio e lungo termine. La Giornata Internazionale a difesa della salute deve essere un cantiere in cui elaborare e far partire un percorso mirato al fine di migliorare le condizioni di salute di chi vive nel Molise come nel resto d’Italia.

In un clima difficile come quello che stiamo vivendo e in cui si assiste ad un pericoloso impoverimento della popolazione, dobbiamo credere più che mai nel consolidamento del bene comune che passa anche e soprattutto per l’abbattimento delle disuguaglianze sociali e nell’assicurare prestazioni sanitarie accessibili a tutti. Accessibilità come punto cardine della sanità pubblica, come diritto da salvaguardare mantenendo in piedi le basi di una buona sanità: costi bassi, liste d’attesa ridotte, qualità diffusa, rete integrata. Una sanità universale.
Salute non vuol dire concentrarsi solo sugli ospedali. O meglio, va bene parlare di ospedali, ma occorre focalizzare l’attenzione anche sulla presenza di presidi efficienti ed adeguati sul territorio, soprattutto in quelle aree che sono più lontane dai comuni in cui si trovano i centri ospedalieri. Ecco perché mi batto insieme a voi affinché venga salvaguardato l’universale diritto alla salute, che deve essere davvero di tutti, non solo di chi vive nelle realtà dove esistono e operano strutture più o meno grandi.
Una difesa che dobbiamo concretizzare per preservare i diritti fondamentali di chi oggi li vede minati, lo dobbiamo fare per le nuove generazioni che non si dovranno trovare nella situazione in cui ci troviamo noi oggi, costretti a patire gli effetti negativi legati alla mancanza di personale e a ticket elevati poco allineati alla congiuntura economica che ha messo in ginocchio tante famiglie. Nel 2016 circa 11 milioni di italiani hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficoltà economiche o liste d’attesa inaccessibili, dovute anche al blocco del turn over del personale medico e paramedico. Secondo i dati Eurostat sono il 6,5% gli italiani che dichiarano “bisogni di cura insoddisfatti” per i costi eccessivi delle cure mediche.
È chiaro dunque che occorre un’inversione di tendenza: il sistema sanitario nazionale deve avere adeguati finanziamenti, mezzi e strumenti per garantire realmente i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Deve poter garantire alti standard di qualità, maggiori prestazioni, equità e facile accesso alle cure. L’unica riduzione accettabile, anzi necessaria, riguarda il taglio degli sprechi e l’eliminazione delle inefficienze. Va da sé che va rivista anche la riorganizzazione con il privato convenzionato che non deve oltrepassare alcune soglie percentuali sulla totalità del servizio pubblico. Torno dunque a rimarcare l’importanza della territorialità e del ruolo strategico che gioca la prevenzione. Territorio e decentramento devono essere rivalutati.
Sarebbe inutile guardare al passato, occorre invece ricercare il punto di partenza, il migliore possibile, affinché il Molise venga trattato come il resto d’Italia e messo nelle condizioni di offrire servizi e prestazioni a tutti nel rispetto del dettato Costituzionale.

Antonio Battista

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