Il 17 marzo, è la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della bandiera”. Una giornata importante, solenne, commemorativa ed evocativa, istituita dalla Legge 222, del 23 novembre 2012. Appena 16 anni fa. Spesso mi chiedo però se fosse davvero necessaria una legge promulgata per farci sentire e percepire quello che siamo o quello che dovremmo essere: orgogliosi del nostro Paese, della nostra più alta fonte nell’ordinamento giuridico, del Canto degli Italiani, del Tricolore. Una legge concepita per rinvigorire un sentimento di appartenenza all’Italia che andava via via scemando per lasciar spazio a venti secessionisti e separatisti. Una legge nata per evitare che l’Inno diventasse solo la sigla di apertura del calcio che conta e perché la bandiera non venisse sventolata solo alla vittoria dei mondiali e in altre rarissime occasioni. Essere italiani, infatti, non vuol dire solo questo, non può voler dire solo questo. Essere italiani significa difendere le nostre radici e la nostra millenaria cultura, ma significa anche guardare alla storia più recente, agli anni e alle guerre che ci hanno portati prima all’Unità, e poi alla Repubblica che siamo oggi. Essere italiani vuol dire anche non dimenticare la fatica che c’è voluta per promulgare la nostra bella Costituzione che contiene solidi principi che non possiamo dimenticare. Essere italiani vuol dire amare la nostra bandiera e sapere che il verde, il bianco e il rosso non sono colori scelti a caso, bensì la rappresentazione cromatica della speranza, della fede e dell’amore. Una legge immaginata per la scuola, ma che sta aiutando tutti noi ad essere più consapevoli. Che ci fa apprezzare l’essere parte integrante di una grande Nazione che dobbiamo mantenere unita, in cui difendere la democrazia e la pace, la libertà di pensiero e di parola, l’uguaglianza. Basterebbero piccoli gesti per accrescere l’italianità, quella vera. In Municipio, da qualche mese, avviamo ogni consiglio comunale con le note di Mameli come so che in tante scuole l’Inno viene insegnato anche agli alunni più piccoli, la parte più genuina del Paese quella a cui la Legge 222 si rivolge in modo particolare. Cittadinanza e identità, pilastri di uno stesso ponte che dobbiamo percorrere insieme per una crescita di una memoria civica collettiva. I nostri padri e i nostri nonni ci hanno lasciato una preziosa eredità che noi non dobbiamo sciupare ma che anzi abbiamo il dovere di consegnare alle nuove generazioni, inalterata o se possibile migliorata. Facendo della nostra comunità una comunità sempre più civile coesa e solidale nel rispetto della costituzione, dell’Inno di Mameli e del nostro meraviglioso Tricolore.
Il sindaco della Città di Campobasso
Antonio Battista