Giornalista pubblicista di serie B, anzi di serie D!

Con questo titolo potremmo chiudere l’articolo invece, consentiteci di dire la nostra su quanto accade attorno al mondo dell’informazione. Un mondo che, a quanto pare, può essere suddiviso benissimo in serie A e serie B se non addirittura serie D. Un mondo in cui chi non ha determinati requisiti è escluso automaticamente dalla categoria di chi ha il diritto-dovere d’informare su quanto accade o non accade nel Paese. Un mondo che, nell’assurdità della questione, vede contrapposte forze politiche, organizzazioni di categoria, forze più o meno oscure che sono dedite al gioco dei quattro cantoni – leggasi articolo precedente pubblicato qualche giorno fa. Un mondo talmente strano che un tempo aveva l’epiteto di “quarto potere”, senza sapere che, se c’è un potere, è quello degli altri e non quello di chi cerca con il proprio lavoro di portare “luce” dove il “buio” alberga perennemente.

Con questo consentiteci di spezzare una lancia a favore di chi cerca di razionalizzare un settore dove molti, moltissimi danno la parola e corpo alle idee di chi non può o non ha la forza di esternare il proprio pensiero; prova ne sia lo scontro quotidiano che leggiamo sulle testate nazionali, ma anche su quelle locali, che si fa sempre più duro. Da operatori dell’informazione ci permettiamo di affermare che quello che scriviamo lo facciamo con forza perché, operiamo volontariamente e senza alcun ritorno economico, tant’è che troviamo assurdo che si debba “fare le pulci” a chi quotidianamente cerca di portare a conoscenza dei cittadini quello che nei centri del potere. Non crediamo giusto che si debba precludere a chi informa la possibilità fruire di notizie ma non ha la fortuna di avere le cosiddette chiavi del “cuor di Federico”.

Non crediamo giusto che si penalizzi chi ogni giorno, nel silenzio più assordante va a caccia di notizie rimettendoci spesso e volentieri di tasca propria. Non crediamo giusto che si “tacci” di appartenenza a una classe inferiore chi ha più talento di altri smentendo un detto locale: “Si sono fatti la buona nominata e vanno a scassando le chiese”. Vedete, quello che stiamo vivendo sulla nostra pelle è un momento tragico che, non ha nessun nesso logico. Un momento di scontro tra poteri forti, anzi fortissimi, che sono assolutamente estranei al nostro mondo. E’ vero che molti hanno riveduto e corretto l’area del Rigoletto di Verdi ossia: giornalisti vil razza dannata, ma è anche vero che per il “capriccio” di qualcuno che si sente colpito per quello che mette in opera si condannino tante persone che credono nell’informazione, quella vera, quella scevra di orpelli, quella libera, anche se questa parola per i poteri forti è un optional. Non è concepibile che si cancelli la conquista sancita dalla legge delle leggi: la Costituzione che garantisce libertà di stampa e di pensiero; ma questo a chi celebra ipocritamente tutti i giorni le esequie di una certa stampa non interessa perchè è bene che quest’ultima taccia per sempre e non metta in piazza l’incongruenza di un sistema che, visto lo stato delle cose, non rappresenta nessuno, specialmente chi ci mette la faccia, in questo caso la firma.

Massimo Dalla Torre

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